Torna la Fiera di San Ciriaco dopo due anni di stop. Il sindaco Mancinelli: «Ora possiamo ricostruire la normalità»

L'ultima edizione della Fiera di San Ciriaco
ANCONA - Tornerà il vociare, lieve, della festa. Lungo il corso, le piazze e il viale. Saranno di nuovo le sfumature della tradizione a colorare i giorni, dopo due anni di...

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ANCONA - Tornerà il vociare, lieve, della festa. Lungo il corso, le piazze e il viale. Saranno di nuovo le sfumature della tradizione a colorare i giorni, dopo due anni di vuoto imposto dalla pandemia. Valeria Mancinelli rialza il sipario sulla Fiera di San Ciriaco al motto di: «E ora possiamo ricostruire la normalità». Non avrebbe potuto scegliere un imprinting migliore il sindaco, nel darne l’annuncio. «Questa mattina (ieri, ndr) in Giunta abbiamo deliberato l’avvio delle procedure formali per la manifestazione legata alla festa del Santo Patrono».

 


Stessi giorni, stessa durata: dal primo al 4 maggio, come di consueto. Alla ricerca del tempo perduto, il filo rosso che lo riannoda si srotolerà lungo corso Garibaldi, piazza Stamira, via Castelfidardo, nel “canalone” di piazza Cavour, sul viale della Vittoria. Piazza Pertini farà da sfondo a intrattenimento e gastronomia. Per quest’anno no, niente via XXIX Settembre che è teatro d’impegnativi lavori di restauro. La Mancinelli procede in un’alternanza di dettagli e di passione: «La situazione Covid sta migliorando e ora - lo ripete come fosse una preghiera - possiamo ricostruire la normalità». Imprime il ritmo: «In modo graduale e senza abbassare l’attenzione, dev’essere chiaro. La Fiera è un evento di massa, un momento identitario sentito. Voglio condividere con voi il sentimento di fiducia che questa decisione ha accresciuto».

Fissa un punto, imprescindibile: tutto dovrà svolgersi nel rispetto delle norme per contrastare la pandemia. Sul come pianificare, temporeggia: «Valuteremo a fine aprile. Bisognava avviare le procedure, perché ci sono passaggi da rispettare. Non ci si organizza pochi giorni prima. Fuori da ogni ipocrisia, questo evento significa partecipazione, incontri, quindi assembramenti». Va, decisa, di evidenziatore: «Potremo farlo se le condizioni sanitarie lo consentiranno. Il trend di questi giorni ci incoraggia». Sul valore simbolico non indietreggia, d’un passo: «Abbiamo voglia di normalità, anzi ne abbiamo bisogno, perché sono stati due anni durissimi sotto ogni profilo: sociale ed economico. Ora si cerca di guardare avanti con ottimismo».

Invoca la gradualità: «Avanti, senza esagerazioni perché dobbiamo restare equilibrati e responsabili, ma la normalità va costruita pezzo pezzo, e la festa patronale è un tassello fondamentale per la nostra comunità». Piazza il primo mattone. E via lungo i percorsi della ripartenza. 


Tornerà il vociare, lieve, della festa. Ma a patto che non siano rilasciate concessioni pluriennali, come nelle passate edizioni. I posteggi verranno assegnati con un bando che scadrà il 14 marzo, nel rispetto dei criteri stabiliti dalla Regione. Ne sono previsti 360 da assegnare a operatori del commercio su aree pubbliche. «Fermo restando - recita la delibera - eventuali modifiche, riduzioni o integrazioni, che potranno essere decise in sede di approvazione del progetto, tenendo conto dell’effettiva disponibilità».

Durante la fiera, lungo il viale della Vittoria niente mercati cittadini e l’Amministrazione si riserva, non solo in caso di eventuali limitazioni che dovessero essere imposte dal governo nazionale o regionale, la facoltà di sospendere la manifestazione per sopravvenute esigenze pandemiche. Sacrosante precauzioni, che non potranno cancellare il motto più bello: «Normalità». 

 

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Corriere Adriatico