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ANCONA - L’estate avanza, ma in provincia di Ancona la campagna vaccinale non sembra per ora aver subito rallentamenti. La prima frenata è attesa però già nel fine settimana, quando nell’hub vaccinale del PalaPrometeo, il principale centro di profilassi della provincia, si scalerà la marcia passando dalle attuali 1.600 prenotazioni giornaliere a 1.400. E c’è preoccupazione per gli over 60, una categoria a rischio che pure sembra uscita dal radar della campagna vaccinale.
I dati aggiornati a ieri mattina parlavano di 313.678 prime dosi e 217.037 seconde dosi somministrate nella provinca di Ancona, per un totale di 530.715. Oltre i due terzi dei residenti ha già fatto la prima iniezione di vaccino anti Covid e quasi la metà (46,7%) pure il richiamo. Al PalaPrometeo ancora si continua a viaggiare ad un ritmo di 1.600 prenotazioni al giorno, suddivise tra 400 prime dosi e 1.200 richiami, a cui vanno regolarmente ad aggiungersi circa 200 iniezioni straordinarie. «Non abbiamo mai avuto tante prenotazioni come adesso – dichiara il dottor Roberto Cameriere, responsabile del servizio al PalaPrometeo – anche se si tratta soprattutto di seconde dosi. In più ogni giorno ci troviamo a dover gestire tra le cento e le duecento vaccinazioni extra».
Si tratta di turisti, pressappoco una trentina al giorno, ma anche di persone che chiedono di essere vaccinate in anticipo rispetto alla data prefissata per i più svariati motivi, tra cui spiccano i viaggi di lavoro. «Si presentano qui senza prenotazione e chiedono se è possibile essere vaccinati – fa sapere Cameriere -.
Francesca Gianserra, 35 anni, dichiara di aver fatto il vaccino proprio per senso di responsabilità: «Del Green Pass mi interessa fino a un certo punto. Non credo che andrò da nessuna parte. Ciò che invece conta è tornare alla normalità e l’unico modo per farlo è vaccinarsi tutti. All’inizio ero titubante, non perché non creda nei vaccini, visto che alle mie figlie li ho fatti fare tutti, anche quelli non obbligatori, ma perché quelli anti Covid erano una cosa nuova. Però poi mi sono detta: da qualche parte bisogna pur cominciare».
A non vedersi quasi più, se non per i richiami, sono invece gli over 60. «Chi non è venuto all’inizio della campagna di vaccinazione continua a non venire – riferisce Cameriere -. Purtroppo dubito che qualcuno riesca a convincerli. Arriveranno, forse, soltanto se la situazione tornerà ad essere critica». La loro assenza è anche il motivo per cui al centro vaccinale si somministrano ormai quasi solo Pfizer e Moderna. «Essendo raccomandato per gli over 60, AstraZeneca lo usiamo solo per i richiami. Però, se si presenta qualche anziano per la prima dose, può capitare di avere un flacone aperto di AstraZeneca e usare quello. Il Johnson non lo utilizziamo quasi più: è monodose, sarebbe molto indicato per alcune categorie, per esempio i marinai, che stando fuori per molto tempo non possono fare il richiamo».
Così anche molti over 60 alla fine ricevono Pfizer o Moderna. Come Claudio Cucchi, 61 anni, convinto a vaccinarsi dall’introduzione del Green Pass e ora molto contento di averlo fatto: «All’inizio avevo paura. Circolavano queste notizie sulle trombosi. Sicuramente AstraZeneca non me lo sarei fatto iniettare. Però con l’introduzione del Green Pass c’era il rischio di non poter fare più niente: prendere il bus, andare al bar con gli amici. E allora mi sono convinto. Adesso sono molto soddisfatto. La puntura non l’ho neanche sentita. Se mi viene la febbre prenderò una tachipirina».
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Corriere Adriatico