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ANCONA - Loro erano i padroni del centro, si divertivano a fare irruzione nei negozi e seminare panico e danni. Strafottenti e senza freni, scambiavano pure i camerini per toilette. Chissà se avevano il ghigno dell’insolenza stampato in faccia nei video che li hanno ripresi e incastrati i bulli finiti sotto lo sguardo dei carabinieri. I volti in primo piano nei filmati dalla videosorveglianza sono quelli di due 19enni italiani e residenti in città ma originari della Nigeria e della Costa d’Avorio. Per i militari del Norm e della Compagnia di Ancona appartengono alla baby gang responsabile delle scorribande della scorsa estate in centro.
Di sicuro quella del 28 agosto, quando i ragazzini terribili - nel mirino dell’Arma è finito un gruppetto di 4-5 - si sono infilati dentro H&M in corso Garibaldi con il solo obiettivo di scatenare l’inferno. E ci sono riusciti alla grande a forza di gridare bestemmie, insultare i clienti e i dipendenti dello store, creare scompiglio in ogni angolo.
Ma la scorsa estate entravano a frotte, anche in drappelli di 14-15 esagitati nei negozi, per provocare il caos e poi scappare prima dell’arrivo delle forze dell’ordine. Raid fulminei, accompagnati da minacce alle commesse e insulti a chi capitava a tiro. I baby vandali si mettevano a correre sparpagliandosi nei vari reparti, afferravano t-shirt, felpe e pantaloni gettandoli sul pavimento senza pietà. Sfrontati e irrefrenabili. Entravano negli spogliatoi, magari anche nel tentativo di rubare qualche vestito. E prepotenti alla massima potenza. «Stai zitta, sei solo una femmina», si è sentita berciare in faccia una dipendente da uno spaccone. Quando gli ha risposto, quello l’ha pure minacciata con una frase del tipo: «Ci vediamo fuori, ti aspetto, non scappi». La catena di abbigliamento di corso Garibaldi era il bersaglio preferito. Il copione si ripeteva con angosciante regolarità: le orde di bulli facevano il finimondo, i responsabili dello store ogni volta si rivolgevano a polizia e carabinieri, ma poi all’arrivo delle divise i ragazzotti erano già scappati.
Ora i bulli sono all’angolo. I carabinieri scavano per capire se sono gli stessi che giravano per il Corso lasciando tracce di terrore. L’altra moda era il tirassegno contro bar e negozi. «Ogni tanto passano qui davanti, raccolgono manciate di sassolini dalle fioriere del corso e li lanciano sulla vetrata», si era sfogata la responsabile di Terranova. Era andata pure peggio al titolare del bar La Piazzetta, preso a sassate solo perché si era permesso di allontanarli dal locale. «C’erano quattro minorenni seduti a bere analcolici, avevano alzato la voce così li ho esortati a fare più piano - aveva raccontato -. A un certo punto sono arrivati i loro amici, saranno stati in trenta. Li ho invitati ad andarsene, ma loro hanno reagito in malo modo: parolacce, insulti, poi si sono messi a lanciarmi dei sassi presi dalle fioriere». Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico