ANCONA - «Tra Alessandro Tesei e Mauro Mancini c’erano favori reciproci, frutto di una condotta coordinata tra loro» provata da «riscontri...
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Cartellino rosso al maggiore Caglioti: scatta la sospensione di dieci giorni
Le indagini erano state della sezione di polizia giudiziaria della Municipale, all’epoca guidata dal maggiore Marco Caglioti. A dibattimento ci sono il tenente Mauro Mancini, l’agente scelto Alessandro Tesei e il capitano Daniele Mentrasti. Per quest’ultimo, difeso dall’avvocato Roberto Regni, il pm ha chiesto l’assoluzione, per gli altri colleghi una pena di un anno e quattro mesi ciascuno. La sentenza verrà emessa il prossimo martedì. Per Mentrasti è stata chiesta l’assoluzione «perché la realtà così come è emersa» dai riscontri dibattimentali «è risultata essere difficilmente interpretabile – ha detto il pm -. Mi è stato difficile comprendere quali fossero gli obblighi dell’ufficiali e le eventuali violazioni».
Per quanto riguarda il capitolo Tesei-Mancini, il pm ha ricostruito gli episodi contestati: quelli secondo cui i due si sarebbero scambiati favori reciproci, timbrando uno il tesserino dell’altro per apparire in servizio. Le difese (Marta Balestra e Paolo Campanati per Mancini e Gianni Marasca per Tesei) hanno respinto punto su punto le contestazioni, sottolineando l’operato legittimo degli imputati. Il Comune di Ancona è parte civile con l’avvocato Guido Calvi. Altri tre vigili avevano scelto l’abbreviato. A settembre 2016 assolti il tenente Luca Martelli e gli agenti scelti Pio Mellino e Samuele Santilli. Le accuse, a vario titolo, erano truffa e falso. Leggi l'articolo completo su
Corriere Adriatico