Assenteismo, l’accusa presenta il conto. La procura: «Condannate quei due vigili»

ssenteismo, l’accusa presenta il conto. La procura: «Condannate quei due vigili»
ssenteismo, l’accusa presenta il conto. La procura: «Condannate quei due vigili»
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Mercoledì 13 Novembre 2019, 09:15 - Ultimo aggiornamento: 7 Marzo, 10:35

ANCONA  - «Tra Alessandro Tesei e Mauro Mancini c’erano favori reciproci, frutto di una condotta coordinata tra loro» provata da «riscontri oggettivi» come intercettazioni telefoniche, spycam e l’aggancio dei loro cellulari alle celle telefoniche. Sono le parole del pm Paolo Gubinelli alla requisitoria del processo nato dall’inchiesta sui presunti casi di assenteismo nel corpo della Polizia Municipale, finiti nel mirino della procura nel corso del 2014. Tra i reati contestati ci sono il falso, la truffa e la violazione della Legge Brunetta, in riferimento alle false attestazioni per provare la presenza in servizio. 

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Le indagini erano state della sezione di polizia giudiziaria della Municipale, all’epoca guidata dal maggiore Marco Caglioti. A dibattimento ci sono il tenente Mauro Mancini, l’agente scelto Alessandro Tesei e il capitano Daniele Mentrasti. Per quest’ultimo, difeso dall’avvocato Roberto Regni, il pm ha chiesto l’assoluzione, per gli altri colleghi una pena di un anno e quattro mesi ciascuno. La sentenza verrà emessa il prossimo martedì. Per Mentrasti è stata chiesta l’assoluzione «perché la realtà così come è emersa» dai riscontri dibattimentali «è risultata essere difficilmente interpretabile – ha detto il pm -. Mi è stato difficile comprendere quali fossero gli obblighi dell’ufficiali e le eventuali violazioni». 

 

Per quanto riguarda il capitolo Tesei-Mancini, il pm ha ricostruito gli episodi contestati: quelli secondo cui i due si sarebbero scambiati favori reciproci, timbrando uno il tesserino dell’altro per apparire in servizio. Le difese (Marta Balestra e Paolo Campanati per Mancini e Gianni Marasca per Tesei) hanno respinto punto su punto le contestazioni, sottolineando l’operato legittimo degli imputati. Il Comune di Ancona è parte civile con l’avvocato Guido Calvi. Altri tre vigili avevano scelto l’abbreviato. A settembre 2016 assolti il tenente Luca Martelli e gli agenti scelti Pio Mellino e Samuele Santilli. Le accuse, a vario titolo, erano truffa e falso. 

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