In molti l'hanno ri scoperta grazie all'intervista a Belve, dove Francesca Fagnani ha saputo tirare fuori ubn lato del tutto inedito dell'ex top model Carla Bruni: leggerezza, spensieratezza, ma anche profondità e verità sbattuta in faccia. Dal mondo della moda a quello della musica, Carla si è aperta come non mai, conquistando il cuore del pubblico: «Non mi aspettavo questa risposta così positiva. Francesca è bravissima, vitale, mi incuriosiva, sono andata per lei. Non vado in tv, ho paura e non mi piace riguardarmi», ha detto lei stessa nell'intervista a Repubblica. L'età le pesa e, nonostante la terapia e l'accettazione di se stessa, non si permette i chili in più.
Il giudizio e i chili in più
Carla Bruni ha rivelato nella sua intervista a Repubblica di essere molto severa con se stessa, tanto da non riuscire a riguardarsi nei programmi in cui viene ospitata perché si critica ferocemente: «Non solo mi sento giudicata, ma sono io a giudicarmi per prima.
I chili presi dopo la gravidanza le hanno pesato molto: «Ho avuto un gran metabolismo fino a 50 anni. Poi qualcosa è cambiato. E ho una particolarità, sono ingrassata dopo il parto. Tutte le donne ingrassano durante la gravidanza, no?… Invece io, mesi dopo, vado dal medico con parecchi chili in più: “Com’è possibile?”. Per l’angoscia dopo la nascita dei bambini mi veniva una fame nervosa. Poi non so regolarmi, mangio. O tutto o niente».
La malattia
Quattro anni fa, Carla Bruni ha raccontato di essersi operata per un tumore al seno e da allora condivide messaggi di prevenzione: «Prima ho avuto paura, terrore direi, quasi un assaggio della propria morte. Abbiamo tanti assaggi terribili della morte altrui, ma la tua è diverso. Poi invece mi ha aperto lo spirito, l’anima, non so come spiegare, mi ha aperto un mondo sconosciuto: essere nella gratitudine del momento e continuare. Aiuta molto pensare che ‘la vita è solo adesso’. L’ho capito con questa malattia, che non è finita - gli esami sono buoni, ma uno non sa. Faccio i controlli».
Cosa le ha insegnato la malattia? «La malattia mi ha insegnato che noi esseri umani non abbiamo la libertà di scegliere, siamo solo liberi di scegliere come prendere le cose che succedono. Un incidente, un lutto, anche la povertà, come le malattie gravi, succedono. Non sono una scelta, ma possiamo decidere come affrontarli. Il cervello manda solo brutti pensieri, ti avverte, ti fa stare in allarme, ma io non sono solo il mio cervello. Se mi preoccupo di cosa succederà domani, non solo vivo nell’ansia, ma è inutile. Non so cosa accadrà e non posso farci niente. Non vivo. Invece conta cosa succede ora e ogni giorno è prezioso».