Fano, morìa di sardine a Sassonia. Il biologo Corrado Piccinetti: «La causa non è l'inquinamento, vi spiego perché»

Alcune delle sardine morte a Sassonia
Alcune delle sardine morte a Sassonia
di Massimo Foghetti
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Giovedì 9 Maggio 2024, 02:40 - Ultimo aggiornamento: 11:59
FANO Uno strano fenomeno verificatosi sulla spiaggia libera di Sassonia ha attirato ieri l’attenzione di tutti coloro che, in occasione di bel tempo, amano fare delle passeggiate nei pressi della battigia. Sul litorale di viale Ruggeri all’altezza del ristorante Al Mare, lungo un tratto di diverse decine di metri, sono state rinvenute numerose sardine di piccole dimensioni morte di recente. 


Non c’entra lo scarico


Sulle prime si è pensato a un inquinamento delle acque antistanti il litorale, dato che poco lontano si trova lo scarico di un sistema fognario, ma l’ipotesi è stata subito scartata dal biologo Corrado Piccinetti, ex direttore del laboratorio di biologia marina di Fano che, recatosi sul posto, ha motivato la moria con un evento che fa riferimento alla catena alimentare. Che cosa è successo, dunque? 
«E’ successo – ha dichiarato il professore – che un branco di piccole sardine di un mese e mezzo, due mesi di vita, si è spiaggiato non per cause ambientali, dato che il fenomeno ha coinvolto soltanto una razza di pesce. Se si fosse verificato un inquinamento sarebbero morte anche altre specie. In questo caso si può ipotizzare che un branco di piccole sardine inseguito da altri predatori, come aguselli, sgombri, ovvero pesci di più grosse dimensioni, per fuggire si sia diretto verso riva, finché sarebbe finito sulla spiaggia.

E’ un fenomeno che si ripete quando questi pesci si avvicinano alla costa, conseguenza di una catena alimentare basata sul fatto che il pesce più grosso mangia quello più piccolo che a sua volta oltre che preda diventa predatore per le specie minori». Del tutto estranea a quanto si è verificato risulta l’attività di pesca. Le sardine nascono nei mesi invernali, dopo che la riproduzione inizia nei mesi di ottobre e novembre; una volta venivano pescate anche in piccole dimensioni note nella varietà di “bianchetto”, ora però questa pesca non è più autorizzata, quindi la specie è soggetta soltanto ai rischi dei predatori, tanto che viene considertata come una “specie foraggio”.

Coppie di volanti: da 12 a 3


«La sua quantità in Adriatico – ha aggiunto Piccinetti – continua a essere abbondante. Una volta se ne pescavano circa 40.000 tonnellate; ora molto meno dato che la pesca del pesce azzurro in Adriatico è diminuita di oltre il 30 per cento. A Fano è praticamente scomparsa, ad Ancona dove erano in attività 12 coppie di volanti, ne sono rimaste soltanto 3».
 

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