FERMO Preso e rimpatriato un quarantenne tunisino da tempo protagonista di episodi di cronaca a Tre Archi, da un tentato omicidio a una sparatoria fra gang legata alla lotta per il controllo dello spaccio. Un soggetto considerato ad alto rischio che ha continuato a imperversare lungo la costa fermana, anche nascondendosi attraverso l’utilizzo di numerosi alias. Ma ormai le forze dell’ordine lo avevano individuato e stavolta è scattato il blitz decisivo.
L’operazione
L’uomo è stato intercettato nella mattinata di venerdì scorso dalle Volanti della Questura mentre stava transitando sul ponte tra Lido Tre Archi e Porto Sant’Elpidio alla guida di un monopattino elettrico.
In Questura è poi spuntato fuori che il monopattino era stata rubato poco prima, proprio a Tre Archi, ed è stato possibile restituire il mezzo al legittimo proprietario. Il tunisino è una vecchia conoscenza della polizia, dedito allo spaccio, per il quale è stato più volte condannato, nonché in passato responsabile di un tentato omicidio: nel 2014, insieme ad altri soggetti, aveva ferito gravemente un connazionale, sempre con un’arma bianca, per un regolamento di conti. Lo stesso tunisino era anche stato ferito nella sparatoria avvenuta, sempre a Tre Archi, nel settembre dello scorso anno, ed era tenuto d’occhio anche dal personale dell’Ufficio Immigrazione della Questura.
Nonostante l’utilizzo di numerosi alias forniti dallo stesso nel tempo per depistare le indagini, di recente gli inquirenti erano riusciti a risalire all’esatta nazionalità del soggetto, ottenendone anche l’attestazione consolare da parte delle autorità tunisine. Questo particolare ha consentito di dare esecuzione a una misura di sicurezza del tribunale di sorveglianza di Bologna che ha dichiarato esecutivo, in maniera definitiva, l’ordine di espulsione.
Le misure
Il questore ha quindi adottato la misura del trattenimento al Cpr (Centro di permanenza per il rimpatrio) di Ponte Galeria, dove è arrivato l’altra sera in attesa del volo per il rimpatrio. Una procedura complessa che va seguita alla lettera e che stavolta è andata a buon fine. La polizia ricorda che nelle indagini sono utili anche gli aiuti forniti dai cittadini: le forze dell’ordine rilanciano l’appello a chiamare senza indugio il numero 112 Nue o a segnalare, tramite l’app YouPol, ogni circostanza anomala o sospetta.