Stefano Tacconi: «Mi sentivo invincibile, non lo sono più. Mi ha salvato la luce di Padre Pio e la sofferenza mi ha cambiato»

L'ex portiere della Juve e della Nazionale, a quasi due anni dall'aneurisma che l'ha colpito, si racconta

Stefano Tacconi: «Mi sentivo invincibile, non lo sono più. Mi ha salvato la luce di Padre Pio e la sofferenza mi ha cambiato»
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Domenica 3 Marzo 2024, 12:43

Stefano Tacconi, l'ex portiere della Juve e della Nazionale colpito da un aneurisma nell'aprile del 2022, si confida dopo essere uscito dal coma: «Conoscere la sofferenza mi ha cambiato. Sono rimasto sorpreso dall’amore della gente, ma nella malattia ho scoperto anche i falsi amici», ha raccontato in un'intervista alla Stampa.

La battaglia di Stefano Tacconi

Oggi Tacconi, che ha 66 anni, sta bene e ringrazia la sua famiglia che lo ha sostenuto in ogni fase di questa battaglia: la moglie Laura Speranza e i figli Alberto, Virginia, Andrea e Vittoria Maria. «Quello che è successo mi ha cambiato. Mi sentivo invincibile, adesso ho preso coscienza dei miei limiti», dichiara il campione. «Sono diventato più attento alle cose, la malattia è anche un’opportunità. Ho potuto misurare ancora di più l’amore della mia famiglia, che mi è stata sempre vicino. Anche quando ero in coma e non sentivo niente, loro erano lì, accanto al letto, a parlarmi e a tenermi la mano».

Le parole

Di quel giorno ricorda poco. «Solo un fortissimo male di testa. Poi il buio». Quando ha rivisto la luce, «quando mi sono svegliato ho visto per prima mia moglie Laura e i miei figli.

Subito ho sentito il calore della loro vicinanza». Le stampelle? «Ci sono ancora e a tratti c'è anche la sedia a rotelle. Ma continuo con forza la fisioterapia per migliorarmi». La prossima cosa che Stefano Tacconi vuole fare è tornare allo stadio: «Sì, vorrei molto farlo. E ho in programma di andare a vedere Juve-Milan con mio figlio...».

«Non mi sento più invincibile»

Ancora Tacconi: «Non mi sento più invincibile, ho seguito la luce di Padre Pio. Credo in Dio attraverso mia moglie. È molto fedele da sempre di Padre Pio, abbiamo pregato insieme e seguito la sua luce fino a San Giovanni Rotondo dove sono stato ricoverato». Tacconi ha cominciato lentamente a realizzare quanto gli era accaduto durante quel periodo di incoscienza.  «L’abbiam passata brutta, pensavo di essere immortale e invece dietro l’angolo c’è qualcosa di inaspettato. Meno male che c’era mio figlio (Andrea, ndr.). Quando sono tornato a casa sono stato annaffiato dai miei cani che mi hanno leccato in continuazione».

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