Fagioli sulla squalifica: «Giocare a calcio mi avrebbe aiutato, stare fuori è una punizione che ha reso tutto più difficile. Sogno gli Europei»

Il giocatore della Juve parla a un incontro contro il gioco d'azzardo

Nicolò Fagioli
Nicolò Fagioli
di Alberto Mauro
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Martedì 27 Febbraio 2024, 22:54

Dal tunnel senza uscita della ludopatia ad esempio di chi è riuscito a sconfiggere i suoi demoni: Niccolò Fagioli - centrocampista bianconero squalificato per 7 mesi dalla Figc nel caso scommesse - prosegue il suo percorso per sensibilizzare l’opinione pubblica ospite d’onore all’evento contro il gioco d’azzardo “Taxi 1729” a Torino.

«Ora sto molto meglio, un anno fa è stato il momento più difficile della mia vita. Ho cominciato a scommettere le prime volte quando avevo sedici anni, all’inizio era un gioco, poi pian piano è diventato una malattia. Pensi di saperne di più, ma poi capisci che essere calciatore non hai vantaggio. Prima di perdere il controllo mi piaceva proprio giocare, cercavo la dopamina senza saperlo. Poi mi sono reso conto che era una malattia, ci ho messo troppo tempo a chiedere aiuto. Non so dire il perché ho cominciato su quelle piattaforme illegali, poi ho continuato perché mi trovavo bene.

Il rapporto con gli amici e la famiglia era cambiato, volevo sempre stare da solo, mi sembrava che quello con loro fosse tempo perso. Ero sempre nervoso, l’unico mio sfogo era la partita perché mi allenavo male e questo faceva di me un calciatore che non dava il 100%. Trascorrevo tra le 10 e le 12 ore al giorno al telefono. Adesso? Adesso non gioco più, il telefono lo uso 3-4 ore. Il 19 maggio finisce la squalifica, il 25 dovrei giocare l’ultima di campionato. Gli Europei? Sono un sogno. Dal mio punto di vista mi avrebbe aiutato giocare a calcio. Stare lontano dai campi è una punizione che ha reso tutto anche più difficile. Sono stato obbligato ad accettarla altrimenti non sarei più tornato. All’inizio ho provato rabbia e vergogna quando erano uscite tutte le cose sui giornali, poi ho vissuto un momento di pace. E ora ho solo voglia di tornare in campo».

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