Figc, oggi si vota per il presidente
Ancora caos nella Lega di Serie A

Figc, oggi si vota per il presidente Ancora caos nella Lega di Serie A
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Lunedì 11 Agosto 2014, 11:58 - Ultimo aggiornamento: 15:42
ROMA - "Il consiglio della Figc sar frammentato e non sar facile attuare le riforme nell'immediato.



Non credo in un ricompattamento, al di là che ci siano sette, otto o dieci club le posizioni sono chiare e ci sono due anime in Lega". E' il parere di Beppe Marotta, direttore generale della Juventus, nel giorno dell'assemblea elettiva chiamata a decidere fra i due candidati alla presidenza, Carlo Tavecchio e Demetrio Albertini, che sta per prendere il via all'Hilton Airport di Fiumicino. «Lascia perplessi il super attivismo di Lotito, che fa da tutor al candidato Tavecchio -aggiunge Marotta-. È una cosa impopolare e unica nella storia della federazione italiana, sembra che ci siano interessi personali a discapito di quelli collettivi».



Marotta sottolinea che «la posizione della Juventus è stata trasparente fin dall'inizio, il presidente Agnelli ha anche contribuito alla stesura del programma affidato al candidato alla presidenza». Poi, sulla decisione della maggioranza dei club di serie A di appoggiare la candidatura di Tavecchio: «Non abbiamo trovato riscontro in questa nomination, ma le riforme e il programma sappiamo tutti che li dobbiamo attuare». Marotta commenta poi le voci secondo cui potrebbero essere nominati Michele Uva come direttore generale della Figc e Giulio Napolitano nel ruolo di commissario ad acta nel caso di una vittoria di Tavecchio, il grande favorito alla presidenza: «L'ho appreso dai giornali, toccherà al presidente comporre la sua squadra». Un commento anche su Antonio Conte, dato come papabile ct dell'Italia. «È un'ottima scelta, un grande allenatore, un professionista serio che può far bene sia a livello di club sia di nazionale. Ma le scelte non competono a noi».



L'ad della Roma, Mauro Baldissoni, liquida invece la questione con uno sbrigativo: «La nostra posizione la conoscete». La società giallorossa, al contrario della maggioranza dei club della Lega di A, non voterà il candidato Carlo Tavecchio.





PRO-TAVECCHIO



Claudio Lotito parla, al contrario di Marotta, di «programma condiviso: perdere l'occasione sarebbe un delitto», dice.

«La Lega di A è spaccata? L'urna parlerà». Da sempre sostenitore di Tavecchio, Lotito è fiducioso. «C'è chi lavora per il sistema e chi a livello personale - aggiunge - Contro Tavecchio ci sono stati atti di killeraggio mediatico, fanno capo a dei riferimenti ben precisi sia di chi li ha promossi sia di chi li ha messi in atto».



Non è d'accordo con le parole di Marotta nemmeno Enrico Preziosi, presidente del Genoa, da sempre schierato a favore di Tavecchio. «Contro di lui solo falso moralismo. Difficile governare con la Lega spaccata? Lo dice chi perde...», commenta. «La sua uscita sui calciatori extracomunitari è stata infelice, ma ha chiesto scusa. Chi lo ha criticato ha fatto solo del falso moralismo», dice Preziosi. «Chi ha sottoscritto il documento a favore della candidatura deve essere coerente e io lo sono», aggiunge Preziosi.



Secondo il presidente della Lega A, Maurizio Beretta, «L'importante ora è lavorare tutti insieme. Sono fiducioso».



Tavecchio è la persona giusta per la Figc anche secondo l'ex presidente Antonio Matarrese. «Visto quello è successo, lo spavento è passato quindi non ci saranno sorprese. Io non ho mai dubitato - spiega - Tavecchio è la persona giusta per la Figc? In questo momento sì. Il calcio, con tutti i difetti che ha, poi capisce che arriva il momento in cui bisogna fermarsi e creare insieme. In questo momento Tavecchio è l'uomo pratico che può mettere intorno a sé gli uomini giusti. Lega Serie A spaccata? E quando mai la Lega è stata unita...Non è una novità».



«Sconsiglio a Lotito di prendersi un ruolo di primo piano in Figc, la vedo dura - aggiunge Matarrese - Io non ho mai accettato che il presidente di una società potesse diventare vicepresidente federale. Lotito è un uomo molto intelligente, non conviene tirare troppo la corda. Ha vinto, non deve stravincere».



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