Pfm e De Andrè, musica e poesia. Lo storico gruppo interpreta le canzoni del maestro domani a Civitanova

Patrick Djivas e Franz Di Cioccio
Patrick Djivas e Franz Di Cioccio
di Chiara Morini
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Giovedì 22 Febbraio 2024, 02:20 - Ultimo aggiornamento: 11:44

Un omaggio al sodalizio tra la prog band più famosa al mondo, la Pfm – Premiata Forneria Marconi e Fabrizio De Andrè: 45 anni dopo il tour “Fabrizio De Andrè e Pfm in concerto”, la band prosegue il tour “Pfm canta De Andrè Anniversary”. La Pfm sarà in concerto alle 21,15 di domani, venerdì 23 febbraio, al teatro Rossini di Civitanova Marche. Tornerà nella nostra regione, poi, il 4 maggio al Ventidio Basso di Ascoli Piceno, e il 4 settembre allo Sferisterio di Macerata. 

La collaborazione

«La collaborazione con De Andrè – ricorda il bassista della Pfm Patrick Djivas – è nata per caso. Eravamo tornati da poco dagli Usa e ci trovavamo a suonare in Sardegna, vicino a dove si trovava lui. Era una persona riservata, poco espansiva, ma con pathos, e già aveva capito che avevamo qualcosa in più». Il tour insieme arriva dopo che De Andrè si era ritirato e viveva nella sua fattoria. Ricorda il bassista: «Venne ad ascoltarci a quel concerto in Sardegna, gli è piaciuto e il giorno dopo ci ha chiamato nella sua azienda, dove c’erano anche Dori, i suoi amici. Scherzavamo, abbiamo cantato insieme come degli amici e lui, per scherzo, disse che “l’unica cosa che mi farebbe ripensare ai concerti è avere una band come voi”». Al momento era solo una battuta, non sapevano, né Pfm né lo stesso De Andrè, che poi il tour sarebbe arrivato lo stesso. «Non era un caso isolato – dice ancora Djivas – volevamo tentare di collaborare con un artista. Glielo abbiamo chiesto, lui ne rimase sorpreso ma, nonostante tutti gli facessero commenti negativi, decise comunque di farlo. E il resto è storia». Difficile adattare la Pfm a De Andrè (e viceversa)? Assolutamente no.

Musica e poesia

Afferma il batterista e cantante Franz Di Cioccio: «Lui era molto simile a noi; noi avevamo girato il mondo, lui aveva una splendida poetica.

Quando poi abbiamo messo insieme la nostra arte con quella di Fabrizio, tutto ha preso un altro piano. Ti prendeva la mano, suonavamo per dare senso alle sue parole e lui era in grado di assimilare, perché lui poteva essere autore, cantautore, tutto». Tempi stretti, per il debutto, e quindi afferma Djivas: «ci siamo divisi i brani da riarrangiare, quattro o cinque a testa, poi ci siamo ritrovati e confrontati. Ascoltando si vede la nostra impronta, a anche la grande coesione. Dopo il tour De Andrè, riascoltando il tutto fu molto felice. Lo ricordiamo sempre, perché De Andrè è con Dori, con noi durante i concerti, per brani e musica senza età e per tutti». Anche Di Cioccio, pur mancando fisicamente De Andrè, però lo sente molto vicino: «La mancanza è fisiologica, ovviamente, ma quando canto i suoi brani è come se fossi con lui. È un lavoro perfetto, noi comunicavamo con la musica, lui con la parte letteraria, ed è arrivato questo afflato unico. Io canto le sue canzoni, non ho bisogno di interpretarle, canto e basta e mi emoziono ogni volta».

La carriera

Sul palco, come guest star, ci saranno anche l’altro fondatore Pfm, Flavio Premoli, Michele Ascolese, chitarrista storico di Faber, e Luca Zabbini leader dei Barock Project. «Suonare di nuovo – commenta Djivas – con Premoli è come tornare a lavorare con un amico d’infanzia, con cui si sono fatte delle cose belle». La Pfm va avanti, prosegue e chiude Di Cioccio, «adesso siamo in giro con il tour su De Andrè, poi faremo un “All the best Pfm” in altro modo. Andiamo avanti, vado avanti, non potrebbe essere altrimenti: mi diverto troppo e il pubblico ci ama».

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