Paolo Cevoli, divertimento assicurato
da Zelig a La Fenice di Senigallia

Paolo Cevoli
Paolo Cevoli
di Marco Chiatti
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Giovedì 17 Marzo 2016, 22:15
SENIGALLIA - Abbiamo riso con lui per anni e per interminabili serate davanti allo schermo, con Zelig. Ora abbiamo l’occasione di ammirarlo a teatro, con una commedia/monologo davvero godibile in cui si mostra a tutto tondo nel doppio ruolo di autorale e di attore. Paolo Cevoli torna sul palco il 18 marzo alle ore 21, al Teatro La Fenice di Senigallia con “Perché non parli”, evento organizzato da Marcheventi.
Paolo Cevoli stavolta impersonerà Vincenzo “Cencio” Donati, il garzone di Michelangelo Buonarroti. Distratto e pasticcione, non riesce mai ad esprimersi correttamente per colpa della sua balbuzie. Per questo motivo il sommo scultore fiorentino si rivolge al suo assistente con la famosa frase “Perché non parli, bischero tartaglione!”.

Cevoli, per lei un ritorno a teatro come autore ed attore: come ci presenta la sua pièce?
E’ la storia di un orfanello che allevato dai frati domenicani di Bologna incontra Michelangelo e tutta la sua vita è segnata da questo grandissimo artista. Le situazioni comiche e drammatiche si alternano per presentare una storia che è accaduta verosimilmente 600 anni fa ma visto che l’uomo è sempre quello può riferirsi anche a situazioni che ci sono oggi.

Cabarettista, autore, attore, un passato da consulente nel settore della ristorazione: dove troviamo il vero Cevoli?
Non lo so nemmeno io….

Lei ha trascorso anni sul palco di Zelig: le manca? Un attore comico può fare a meno della ribalta televisiva?
Diciamo che l’esperienza di Zelig è stata una bella svolta nella mia vita, più che mancarmi spero di incontrare ancora avventure simili. Non so se un attore può fare a meno della televisione, sicuramente la popolarità che mi ha dato Zelig ancora oggi mi dà la possibilità di fare tante cose e di essere riconosciuto da tantissime persone con affetto.

Veniamo alle Marche: quali aneddoti, ricordi, personaggi, amicizie le vengono in mente pensando alla nostra regione?
Mia mamma è nata a Porto Recanati, i miei parenti sono di Loreto. Ricordo la mia infanzia quando si andava a fare la gita alla Madonna di Loreto, andavamo a mangiare le tagliatelle con la cacciagione e a trovare il mio bisnonno che faceva l’apicultore sulle colline di Loreto. Era l’occasione di rivedere tutto il folto parentado sia romagnolo che marchigiano. 
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