Paolo Annibali in mostra
al Museo Omero di Ancona

Un'opera di Paolo Annibali
Un'opera di Paolo Annibali
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Giovedì 6 Novembre 2014, 11:26 - Ultimo aggiornamento: 8 Novembre, 21:19
ANCONA - Il modello è quello del tempio greco, con il suo frontone, le sue statue, i suoi fregi, ma ad essere raccontate non sono le gesta di dei ed eroi, quanto piuttosto momenti di moderna vita quotidiana che spingono a riflettere sulla fragilità dell'esistenza umana.



La mostra "Dirà l'argilla. La mano, la terra, il sacro", in programma da sabato al 15 febbraio nelle sale del Museo Omero, alla Mole Vanvitelliana di Ancona, non è una retrospettiva sull'artista sanbenedettese Paolo Annibali, ma l'allestimento di un complesso scultoreo di grandi dimensioni creato appositamente per questo evento con l'intenzione di fare il punto su un'esperienza esistenziale che però trascende il singolo a fa meditare sul destino dell'uomo. Sebbene infatti la mostra si apra con una serie di appunti, fotografie, disegni e abbozzi plastici, testimonianze del lavoro che sta a monte dell'opera finita, il nucleo centrale dell'esposizione, che include anche 21 disegni a china, è formato da un gruppo di acròteri, da dodici metope e dalle cinque figure femminili del frontone, che vanno idealmente a comporre un tempio che però di fatto non c'è.



"Non ho mai manifestato un interesse malinconico per il mondo classico - spiega Annibali -. Ciò che volevo era evocare la fine di un mondo che ambiva alla perfezione. Un mondo dove a un certo punto i tempi sono rimasti vuoti e le rappresentazioni mitologiche hanno perso la propria sacralità e il loro senso. Ho dunque creato una serie di sculture che evocassero l'apparato decorativo di un tempio, senza l'architettura che avrebbe dovuto accoglierle. Sculture che raccontano lo spaesamento, l'ansia, la perdita di punti di riferimento propri del nostro tempo". E niente poteva essere funzionale a questo tipo di discorso più dell'argilla.



"L'uso della terracotta, se si pensa al marmo dei tempi greci, può apparire come un controsenso - dice Annibali -, ma in realtà a me interessava pensare il monumentale attraverso un approccio più intimo. Per questo, più che alla scultura greca, mi sono ispirato alla sua declinazione etrusca, dove tutto ciò che riguarda la casa, e quindi la vita terrena che finisce, è fatto di argilla". Ma l'argilla è anche la cifra stilistica dell'artista, nonché il materiale ideale per una mostra tattile, come spiega il presidente del Museo Omero, Aldo Grassini: "L'argilla è il materiale più antico e più moderno. E' morbida e duttile, ma diventa dura e resistente. Si lascia plasmare e modellare, ma poi sfida i secoli. E' il simbolo del lavoro, del sodalizio indivisibile della mano con la mente. Per questo sembra proprio lo strumento ideale per Annibali. La terracotta poi può anche essere toccata e accarezzata. Perciò è un ottimo materiale per una mostra del Museo Omero".



La mostra, a ingresso libero, sarà aperta dal giovedì al sabato con orario 16-19 e la domenica e nei festivi con orario 10-13 e 16-19. Una domenica al mese verranno organizzati eventi speciali tra cui incontri con l'autore e laboratori didattici per bambini.
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