Il sangiorgese Lucio Matricardi presenta il suo nuovo album “Non torno a casa da tre giorni”

Lucio Matricardi presenta il suo nuovo album “Non torno a casa da tre giorni”: «Musica, compagna di vita»
Lucio Matricardi presenta il suo nuovo album “Non torno a casa da tre giorni”: «Musica, compagna di vita»
di Chiara Morini
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Mercoledì 16 Novembre 2022, 02:40

Partirà da Porto San Giorgio la nuova avventura discografica del cantautore sangiorgese Lucio Matricardi. “Non torno a casa da tre giorni”, il titolo del nuovo album, uscirà venerdì 18 novembre con Udedi Musica e Cultura, e sabato 19 novembre, alle ore 21.15, lo lancerà al teatro di Porto San Giorgio, con un apposito concerto (10 euro, info e prenotazioni 392.4450125).
Lucio Matricardi, come mai questo titolo?
«Deriva dalla sensazione di sospensione. Quella che si ha quando si esce, e poi succedono determinate cose che non ti fanno comprendere se tornerai indietro oppure no». 
Quando nasce?
«Prima del Covid, avevo l’esigenza e il desiderio di raccontare i miei momenti di transizione, la trasformazione dei personaggi che cambiano. Volevo parlare proprio dell’esigenza di cambiamento e infatti nell’album ci sono molti generi, dal folk al classico, dal jazz fino all’elettronica, messi in parallelo con i testi, e ho creato suggestioni».
Che tipo di personaggi ci sono?
«Sia reali che di fantasia. In “Manna dal cielo” c’è una donna che muore nei campi, in “Quello che non sai” c’è la storia di una ragazza che scopre il sesso per la prima volta, in “Mozambico” c’è l’avventura di un ragazzo mio amico. Ci sono personaggi inventati come il ragazzo che si isola in un bunker ma poi sente la nostalgia di chi ha lasciato indietro e scrive lettere di amore. Tutti i brani esprimono una storia di cambiamento, anche quelli che ci sono stati in casa quando mio padre purtroppo se ne è andato».
Una trasformazione rispetto al lavoro precedente “Sogno protetto”?
«Sì cambiano la musica, la regia compositiva, l’altro era una performance live, qui ci sono elementi di elettronica».
“Mozambico” non è ancora uscita, ma già ha avuto un riconoscimento.
«Sì, è stata scelta dal Festival del cinema dei diritti umani di Napoli. L’hanno voluta come musica del trailer del festival, e gliela ho data. Emozionante e bello vedere questo video, nel quale scorrono le immagini di una quarantina di film, con registi da tutto il mondo, accompagnate dalla mia musica».
Che emozione prova a presentare ufficialmente il disco nella sua città?
«È una sensazione unica, perché è il posto dove vivo, e quindi dove nasce la mia musica. Spesso faccio ascoltare le mie canzoni, nelle prime versioni, ad alcuni amici, ora le vedrò prodotte, registrate. Splendido».
Quando ha capito che la musica sarebbe stata la sua vita?
«L’ho amata sin da bambino, ho un legame viscerale con la musica, è la base del mio rapporto con il mondo. La musica mi ha anche aiutato, e riascoltare le mie canzoni è sempre suggestivo».
Quanto è difficile fare musica nelle Marche, per artisti emergenti?
«Guardi nelle Marche ci sono tante possibilità per poter fare molti live, e da questo punto di vista va bene, ma purtroppo manca una realtà che sponsorizzi i talenti.

Oggi si fanno molte autoproduzioni e non si riesce a emergere: il rischio oggi è vendere un album commerciale, che ti faccia conoscere e poi si smette. Questo è un problema perché toglie creatività ai musicisti, anche perché ognuno di noi esprime il suo mondo e la sua diversità».

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