Fabrizio Bosso e Luciano Biondini con “Face to Face” a Fano

Fabrizio Bosso e Luciano Biondini
Fabrizio Bosso e Luciano Biondini
di Elisabetta Marsigli
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Mercoledì 29 Luglio 2020, 11:09
FANO - Un singolare concerto “Face to Face” è in programma mercoledì 29 luglio (21.15), sul main stage della Rocca Malatestiana per Fanojazz, che vede protagonisti uno dei trombettisti più ferrati che il jazz italiano, ma non solo, può vantare, e uno dei fisarmonicisti più versatili in circolazione: Fabrizio Bosso e Luciano Biondini.

«Fano mi ha sempre accolto a braccia aperte, - racconta Bosso - fin dagli inizi della mia carriera, più di 20 anni fa. C’è un pubblico attento e ricettivo, un calore famigliare, con persone che continuano a seguirmi, magari ora con i loro figli o nipoti».  Il face to face con Luciano Biondini dura da 10 anni, ma ogni volta è una riscoperta: «C’è sempre una grande voglia di stare insieme e condividere musica. È curioso come tutto questo sia nato un po’ per caso: ci lanciarono questa proposta quando eravamo ospiti di un concerto di Noa, dove c’era anche Rita Marcotulli. Era un festival (a Bolzano) che realizzava anche “miniconcerti improvvisati” e proposero a me e Luciano di farne uno insieme: in 20 minuti, prima delle prove con Noa, abbiamo messo su un repertorio straordinario, come se l’avessimo provato per anni, in una fantastica sintonia immediata. Da lì è sempre piacevole ritrovarsi. Per Fano abbiamo inserito anche diversi brani nuovi».

Che effetto fa tornare sul palco dopo il lungo periodo della pandemia? «Io ho avuto una prima fase in cui ho reagito bene, cogliendo l’occasione per stare con la famiglia a studiare. È dopo che ha iniziato a prendermi male, finché non ho visto la luce. La creatività si era completamente congelata mentre ero privo di quello che avevo sempre fatto. Io che inizio a odiare treni e aerei dopo qualche giorno di tour, non so cosa avrei date per prendere una freccia, anche senza alcuna destinazione. Mi è mancato molto il contatto con il pubblico che i video non potevano dare. Un momento molto buio. Poi è stato bellissimo tornare sul palco, sin dai primi concerti: il pubblico, nonostante il distanziamento, è ancora più caloroso, quasi a colmare le sedie vuote. È quasi un miracolo per me, poter suonare di nuovo quasi ogni giorno».

Dopo Fanojazz, lei tornerà nella nostra provincia con Saxofollia il 12 agosto: anche quello un dialogo tra sax e tromba: «Quello è un progetto davvero meraviglioso: conoscevo già i ragazzi e quando mi hanno invitato avevo un po’ paura, pensando fosse una cosa più cameristica, una cosa che ormai non faccio più, ma dalle prime note ho visto l’opportunità di suonare in “maniera diversa”, in un confronto su sonorità diverse, dove sfruttare anche il “pianissimo” cameristico. Gli arrangiamenti sono bellissimi e il gruppo è davvero affiatato: così è stato facile inserirsi, impegnativo, ma piacevole». 
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