Ingrassia e Guidi nelle Marche
«Sentirete l'aria di New York»

Gianluca Guidi e Giampiero Ingrassia con Teresa Federico e Alice Mistroni
Gianluca Guidi e Giampiero Ingrassia con Teresa Federico e Alice Mistroni
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Sabato 15 Aprile 2017, 10:59
ASCOLI - Partirà martedì da Ascoli Piceno il tour marchigiano del musical “Serial killer per signora” con Gianluca Guidi (anche regista) e Giampiero Ingrassia. Ed è proprio l’attore, figlio del mai troppo rimpianto Ciccio Ingrassia, a raccontare la storia tutta particolare di Morris, un detective fallito e Keith, un attore trasformato appunto in serial killer per signore.
Serial killer per signora: un musical ed una lunga serie di omicidi. Un mix perfetto per far ridere?
«Certamente sì. È una grande musical con 30 canzoni e soprattutto molto divertente. Uno spettacolo off-Broadway e dai tratti noir. Sul palco saremo in 4, oltre al sottoscritto anche Gianluca Guidi che cura anche la regia e con Alice Mistroni e Teresa Federico. Sono convinto che questo spettacolo sarà gradito al pubblico marchigiano perché è un pubblico attento».

Morris e Keith: un detective pessimo contro un attore disoccupato. Cosa accomuna questi due personaggi?
«Sono due perdenti, figli di due madri ingombranti. Il mio personaggio, il detective, vive ancora con la madre che domina costantemente la sua esistenza e che non permette a Morris di avere una propria vita. La madre di Keith, interpretato da Gianluca Guidi, invece è stata una grandissima attrice che purtroppo è passata a miglior vita da poco. Una madre problematica che non amava il figlio quanto lui perché troppo presa del lavoro».
La mancata approvazione della madre ha trasformato Keith?
«Esattamente. Per diventare famoso Keith decide di commettere degli omicidi. Le vittime saranno tutte vecchie signore. A questo aggiungiamo che l’omicida lascerà degli indizi che permetteranno anche a Morris di trovare un po’ di successo e le prime pagine dei giornali. Come se si nutrissero l’uno dell’altro».
Cosa ha più di altri musical quello che state per portare nelle Marche? Qual è la marcia in più?
«Sicuramente l’ambientazione newyorkese aiuta molto, così come aiuta molto il fatto che l’America sia la patria di grandissimi musical. Certo, questo è meno conosciuto dal grande pubblico, ma la garanzia di qualità è quella fornita dall’autore Douglas J. Cohen che ha composto anche tutte le musiche».
È stato anche film nel 1968: che differenze ci sono rispetto la versione teatrale?
«Intanto è un film decisamente poco conosciuto nonostante il protagonista fosse Rob Steiger. Un film in bianco e nero di difficile reperibilità in effetti. Il racconto è molto simile, ma ovviamente la differenza è stata tutta nella bravura di Cohen che ha trasformato il racconto originale di William Goldman in musical».
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