Ospedale, forte richiamo del vescovo Trasarti alla politica sulle criticità: «Fano non si può umiliare, più servizi al territorio»

Ospedale, forte richiamo del vescovo Trasarti alla politica sulle criticità: «Fano non si può umiliare, più servizi al territorio»
Ospedale, forte richiamo del vescovo Trasarti alla politica sulle criticità: «Fano non si può umiliare, più servizi al territorio»
di Lorenzo Furlani
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Domenica 23 Aprile 2023, 04:25 - Ultimo aggiornamento: 14:16

FANO - È la coscienza critica della comunità e, non di rado, il censore dei fenomeni politico sociali, forte della vigilanza sul territorio dei parroci, che conoscono da vicino e spesso dall’interno le sofferenze delle famiglie, e dell’opera della Caritas e degli istituti religiosi, che sono i primi a soccorrere quelle sofferenze.

Monsignor Armando Trasarti, alla recente presentazione da parte della giunta regionale del nuovo piano socio sanitario ha segnalato vari problemi: perché ha sentito il bisogno di intervenire come vescovo della Diocesi di Fano Fossombrone Cagli Pergola?

«Il mio non è stato un intervento tecnico, né un intervento politico riferito alla situazione di oggi o di ieri, ho parlato di cose maturate negli ultimi 20 o 30 anni. Qualcuno, sbagliando, l’ha interpretato come un’azione contro chi governa ora.

Il mio è un intervento morale, noi dobbiamo farlo come uomini di Chiesa, chi lo fa sennò? Nel territorio ci sono problematiche complesse, le famiglie sono oberate da incapacità aumentate dopo la pandemia. Noi guardiamo all’umano, poi la tecnica e la politica non sono il mio compito e la politica la indirizza il popolo che elegge».

Lei ha fatto esperienza diretta per più di un motivo della sanità del nostro territorio. Che impressione ne ha ricavato?

«Io sono entusiasta di questa sanità, sono grato al chirurgo Verzelli, all’oncologo Mattioli, alla nuova primaria di oncologia Chiari, che è un genio e speriamo di non perderla. Sono molto bravi anche i direttori di oculistica Pellegrini e di gastroenterologia Scarcelli (tutti hanno trattato nel corso del tempo il tumore del vescovo o i suoi effetti, ndr). L’ex primario di medicina Frausini mi ha salvato due volte: dallo streptococco e dal Covid-19. Gli ho detto: fai qualcosa nel privato ora perché la gente ha bisogno della tua competenza. E come questi, che mi hanno curato, ce ne sono altri anche a Fano che costituiscono con le loro unità operative delle eccellenze sanitarie».

Però c’è un ma?

«Ma dategli le risorse per poter sviluppare queste eccellenze e date i posti letto a una provincia dove c’è la più bassa dotazione della regione. Ho difeso a suo tempo l’hospice di Fossombrone che rischiava di morire, da 6 anni hanno detto che vogliono aggiungere 12 posti letto: svegliatevi a realizzarli perché la gente sta male davvero. E i nuovi direttori devono essere nominati rapidamente: due anni di sospensione del primariato a oncologia è stata una pazzia, la dottoressa Chiari mi ha detto che a un anno dalla sua nomina ha recuperato 180 pazienti».

Il governatore Acquaroli ha dichiarato che i posti letto in provincia aumenteranno, verificheremo i fatti; intanto, la Regione ha ribadito che il principale problema è la mobilità passiva: 41 milioni all’anno. Che ne pensa?

«È una voragine, però non basta dare i numeri, occorre capirne le cause e avere una visione. Buona parte di questa mobilità va verso il privato convenzionato dell’Emilia Romagna per interventi ortopedici. Ho portato l’esempio di ortopedia di Fano che 40 anni fa era un’eccellenza, venivano tutti qui a farsi operare. Anche Neuropsichiatria infantile richiamava pazienti. Poi a Fano c’è stata un’opera di smantellamento. Perché? La politica si deve interrogare: è stata una svista negli anni o secondo la malignità di qualcuno l’effetto prodotto è stato voluto? Io spero che non sia la seconda ipotesi».

L’ultimo allarme lanciato dal sindaco riguarda il temuto trasferimento a Pesaro dopo l’estate di gastroenterologia.

«Il mio slogan è non umiliare troppo questa città e i suoi cittadini, che non lo sopportano più, non va bene e non giova a nessuno. Pesaro ha già tanti servizi, sono dannosi i continui contenziosi tra Fano e Pesaro, più le due città si uniscono, più si fanno del bene».

Sul territorio quali altre criticità riconosce?

«La mancanza dei medici di base e la distanza. A Pergola è necessario un pronto soccorso, perché occorrono 45 minuti per arrivare a Fano. Inoltre, c’è bisogno della lungodegenza per gli anziani e di servizi dedicati al disagio mentale che aumenta. E serve l'infermiere del territorio».

E per l’aspetto socio sanitario?

«Un problema enorme sono le convenzioni delle case di ricovero. Sulle colline il pubblico dà 1.300/1.500 euro ad assistito, a Fano 2.000. Apriamo gli occhi, le convenzioni sono politicizzate, invece occorre obiettività. Contro la chiusura di Casa Serena di Bellocchi mi sono dovuto battere».

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