Il leghista Paolini al pronto soccorso di Fano con la madre infortunata: «Non ci sono medici per visitare la gente». La replica: «Strano, Saltamartini dice che funziona tutto»

La mamma dell'ex deputato è caduta dalla scale facendogli toccare con mano lo stato di salute dalla sanità regionale. Da qui lo sfogo social

Rodolfo Paolini con la madre nel selfie scattato nell'attesa al pronto soccorso di Fano e postato su Facebook
Rodolfo Paolini con la madre nel selfie scattato nell'attesa al pronto soccorso di Fano e postato su Facebook
di Gianluca Murgia
4 Minuti di Lettura
Mercoledì 20 Settembre 2023, 18:19

FANO - Un lungo post su Facebook per attaccare la lentezza del pronto soccorso di Fano («ma il personale presente non c'entra nulla») e, in generale, la sanità marchigiana «che con quasi l'80% del bilancio regionale» non ha poi «medici del pronto soccorso per visitare la gente nell'ospedale della terza città delle Marche». A scriverlo non è un cittadino qualunque ma l'ex deputato (eletto nel 2008 e 2018 con la coalizione di centrodestra) Rodolfo Paolini, leghista della primissima ora, già capogruppo a Montecitorio della giunta per le autorizzazioni a procedere e della II commissione giustizia, più volte candidato alla presidenza della Regione Marche nonché commissario federale della Lega Nord Toscana e segretario del Carroccio in Umbria.

Il faccia a faccia con la nostra sanità pubblica

Paolini ha toccato con mano, suo malgrado, la situazione della sanità pubblica marchigiana e nel dettaglio quella dell'ospedale di Fano. «Mia madre è caduta sulle scale e ha qualche acciacco e una ferita - racconta - Andiamo al Pronto Soccorso di Fano neanche tanto affollato e da 4 ore non è stata visitata da un medico, come tanti altri presenti. E' arrivata ora una signora da Pergola che - essendo stato chiuso lì il Pronto Soccorso, ha dovuto portare la persona interessata a Fano - in ambulanza, cosa che ha richiesto ovviamente circa 45 minuti. E ovviamente e giustamente è entrata per la visita». Il racconto social ha innescato una serie di commenti a cui Paolini non si è sottratto, anzi. C'è chi, infatti, ha attaccato frontalmente l'assessore Saltamartini: «Ma come, lui dice che la sanità nelle Marche funziona perfettamente, non è così?» ha scritto una ragazza. «Se non trovi e togli le cause del cancro, anche se lo asporti in un punto ricompare in un altro - ha risposto Paolini - Non è colpa del chirurgo ma di chi non vuole vedere le cause profonde». 

L'infortunio della madre

«Premesso che mia madre non è grave, a parte un po' di ematomi su gambe, testa costole e un taglio di circa 3 cm sul dito mignolo, che andrà suturato con dei punti, che sicuro c' è chi sta peggio - ha spiegato Paolini - e fermo restando che il personale presente con c'entra nulla».  Poi, è tornato alla carica: «Ma se eravamo a Frontino o Scheggia che succedeva?  - incalza  Paolini - Ma è mai possibile che qualche fenomeno di dirigente strapagato ha creato un meccanismo per cui un medico di pronto soccorso che va a lavorare per una Coop prende anche 3 volte di più e - mi dice una signora qui - si può pure scegliere i turni?». Sì, può farlo. E questo accade ormai regolarmente anche in altre strutture (leggi qui). 

La proposta


Poi, la proposta dello stesso Paolini: «Ma se ai medici del pronto soccorso "di ruolo" li pagassi tre volte oppure obbligassi le coop o società private che vogliono lavorare col pubblico a garantire almeno uno o due giorni a settimana al pronto soccorso, a prezzo standard, sennò niente appalto, il problema si risolverebbe o no?».

La premessa, scritta in coda, è però che «io non mi intendo in modo approfondito di sanità.

Di giustizia e mafia sono un grado di interloquire in dettaglio anche con magistrati o docenti universitari ma in sanità l'ultimo neo laureato mi può mettere nel sacco. Tuttavia vedendo tante cose si ha l'impressione che la politica non abbia abbastanza coraggio per fare quanto sarebbe necessario per cambiare certe disfunzioni o forse che non voglia farlo per inconfessabili ragioni. Proporrei a questo punto di cambiare il nome da pronto a lento o lentissimo soccorso forse più attinente alla realtà. Sono un caso sfigato o è successo anche ad altri?». 

Tutto «a post»

Il post, ovviamente, ha fatto discutere. Anche perché le parole sono state scritte da chi è stato per tanti anni un rappresentante delle istituzioni, eletto nelle file della Lega, e vive in una regione che da tre anni è governata dal centrodestra. I commenti degli utenti al suo post, fermo restando la piena solidarietà verso la situazione della madre,  spaziano così dal «a Rimini è peggio» ad «hai provato di persona la realtà del nostro paese» ma anche «provi a fare una ecografia, a me l'hanno fissata per il 2024» fino a «me li ricordo benissimo in campagna elettorale Acquaroli e la Meloni davanti l'ospedale di Fossombrone - scrive una signora - a convincere la gente a votarli perché con loro anche la sanità sarebbe migliorata» o, di contro, «capisco che i danni delle vecchie giunte erano molteplici - ribatte un'altra signora - ma credo che sia mancato il coraggio sul sostituire i dirigenti che avevano contribuito allo sfacello della sanità Marchigiana». 

© RIPRODUZIONE RISERVATA