Addio a Barbadoro, campione d'altri tempi
Storico giocatore e allenatore della Vuelle

Pierluigi Barbadoro con la moglie Maria Antonietta
Pierluigi Barbadoro con la moglie Maria Antonietta
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Lunedì 6 Aprile 2015, 18:21 - Ultimo aggiornamento: 8 Aprile, 09:50
FANO - Se ne è andato Pierluigi Barbadoro, un campione nello sport e nella vita.

Pierluigi Barbadoro, ex giocatore di pallacanestro e per anni allenatore della Vuelle, si è spento sabato scorso in un ospedale di Milano, all'età di 75 anni. Da tempo malato, è sempre stato assistito dai suoi famigliari, la moglie Maria Antonietta e il figlio Massimiliano, nostro collega giornalista.



Nato a Pesaro nel 1939 ma residente a Fano, Pierluigi Barbadoro aveva intrapreso la sua carriera nella Victoria Libertas pallacanestro, con grandi soddisfazioni, vincendo nel '56 lo scudetto Juniores insieme a Franco Bertini e Marcello Stefanini (che sarebbe poi diventato sindaco di Pesaro, parlamentare e dirigente politico nazionale).



Allora la squadra era allenata da Agide Fava, detto Aido e conosciuto come il più grande scopritore di talenti nell'inesauribile vivaio dei ragazzi pesaresi del dopoguerra. "Tromba" era il soprannome di Barbadoro, che negli anni d'oro aveva collezionato successi con determinazione e tenacia, ma anche per la sua forza e prestanza fisiche: riusciva infatti a schiacciare nonostante 1,75 di altezza. Giocò in serie A sia a Pesaro che a Torino e in quest'ultima città si diplomò all'Isef, per poi intraprendere anche l’attività di insegnante di educazione fisica.



Terminata la carriera da giocatore, negli anni '70 Pierluigi Barbadoro aveva intrapreso quella di allenatore nella prima squadra della Victoria Libertas, trasmettendo a tanti giovani la passione per lo sport e i valori connessi. Poi si trasferì a Fano, dedicandosi di più all'insegnamento per stare vicino alla famiglia. Nel 1993 un terribile incidente lo costrinse ad interrompere ogni professione: mentre accompagnava gli studenti ai giochi invernali, venne investito a Ponte di Legno da un'auto e fu costretto alla pensione anticipata.



"Fino ad allora non aveva mai fatto un'assenza, era uno stakanovista del lavoro" ricorda la sua famiglia. Poi è arrivata la malattia: il 75 enne ha dovuto sottoporsi a ben 8 interventi chirurgici dal luglio scorso, a causa del diabete. Ed era stato colpito anche da un infarto. Era in attesa di un nuovo intervento, questa volta al cuore, ma un'infezione lo ha colto ed è stata letale per il suo organismo stremato. Si è spento alla vigilia di Pasqua alle 21.15. Su suo volere, la salma verrà cremata e il rito funebre sarà in forma strettamente privata.
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