PESARO Prima si sentivano in mezzo a un guado, adesso quel guado rischia di trasformarsi in un pantano, o in un limbo. Le ripercussioni gestionali e politiche dell’addio della dg Nadia Storti all’Ast 1 ricadono anche sui familiari e i pazienti della cosiddetta cittadella della salute mentale a Muraglia. Il nodo su cui si sta dibattendo ormai da oltre un anno è dove collocare i servizi e le strutture che sulla carta da settembre dovranno smobilitare per lasciar spazio al cantiere del nuovo ospedale. Finora le ricerche dell’Ast per trovare spazi alternativi disponibili non hanno concretizzato granchè. E oggi l’annuncio delle dimissioni/prepensionamento della dirigente rischiano giocoforza di dilatare e ristagnare i tempi, prolungando le incertezze proprio nel momento in cui serve una regia determinata e chiara.
La preoccupazione
Già ci si era rassegnati a metabolizzare lo spezzatino - collocare un servizio là, un altro lì -, ma ancora lo spezzatino stesso non si sa come verrà cucinato e servito, mentre i giorni si affastellano velocemente e l’autunno è più incipiente di quanto non riveli il calendario.Giusto l’altro giorno l’assessore ai Servizi sociali del Comune Luca Pandolfi, che è anche presidente dell’Ambito territoriale sociale 1, ha ricevuto una delegazione dei familiari degli ospiti della Rsa Tomasello, una delle strutture da smobilitare: solo la casualità ha voluto che quell’incontro coincidesse con il rilancio mediatico dell’ufficializzazione del “caso Storti”.
Il secondo avviso
Il 28 febbraio è scaduto il secondo avviso pubblico dell’Ast per cercare spazi idonei. Oltre alla Rsa Tomasello, che con i suoi 27 posti letto garantisce cure riabilitative e di mantenimento per disabili gravi, dovranno trasferirsi: la comunità protetta maschile e femminile che ha 40 posti letto totali, la Srr, ovvero la struttura residenziale riabilitativa, con 18 posti letto e il centro diurno Il Gabbiano su cui gravitano 16 pazienti. Oltre 100 posti, l’85% dei quali a carattere residenziale, da riallocare in strutture che abbiano specifiche caratteristiche legate alla natura dei servizi. A suo tempo il vicepresidente del consiglio regionale Andrea Biancani, oggi candidato sindaco del centrosinistra, aveva presentato un’interrogazione urgente alla Regione per conoscere l’esito della ricerca di spazi dove trasferire i servizi legati alla salute mentale.
Prima e dopo
«Di certo non c’era nulla prima e non c’è nulla di nuovo adesso - argomenta - mentre si avvicina la scadenza del 30 settembre. La Regione, si è limitata a dire che sono ancora in corso le verifiche di mercato per trovare spazi e gestori dei servizi. In pratica dal 2022, quando si firmò l’accordo, ad oggi, è stata trovata una sede alternativa solo per il reparto di psichiatria, che andrà a Fano e per cui mancano garanzie sul successivo ritorno a Pesaro, mentre non si sa nulla per il Centro di salute mentale e l’Assistenza domiciliare integrata, che non comparivano neppure nell’ultimo bando. Il frazionamento dei servizi renderà più difficile le visite dei famigliari e meno agevole il lavoro del personale, visto che i medici che seguono le strutture sono gli stessi del reparto di psichiatria che finirà a Fano».
Esternalizzare
L’avviso pubblico oltre a cercare immobili cerca anche soggetti che gestiranno poi il servizio, per Biancani un segno che serve a rendere appetibile il bando ma anche «l’ennesimo piccolo passo della Regione verso l’esternalizzazione e privatizzazione della sanità». «Mi sono messo a disposizione - conclude - per collaborare all’individuazione di altri edifici già pubblici, come ad esempio Galantara, dove ci dovrebbero essere spazi inutilizzati, ma è ormai evidente che è mancata una capacità di programmazione logistica».