Omicidio di Natale, a quell'ora Versace era in Calabria: «Ma sempre in contatto con Pesaro»

micidio di Natale, a quell'ora Versace era in Calabria: «Ma sempre in contatto con Pesaro»
micidio di Natale, a quell'ora Versace era in Calabria: «Ma sempre in contatto con Pesaro»
di Luigi Benelli
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Giovedì 16 Novembre 2023, 03:30 - Ultimo aggiornamento: 11:47

PESARO - Il sopralluogo, l’incontro segreto nelle campagne tra Umbria e Lazio e la presunta regia messa a punto da un cervello in particolare. Ieri nuova udienza in corte d’assise per il processo legato all’omicidio di Marcello Bruzzese, freddato da una scarica di proiettili in via Bovio nel giorno di Natale del 2018. 

Le tappe

La sua unica colpa era quella di essere fratello di Girolamo Biagio, diventato pentito di ‘Ndrangheta nel 2003, consegnatosi ai carabinieri dopo aver tentato di uccidere il boss Teodoro Crea.

Con le sue dichiarazioni ha fatto arrestare alcuni membri del clan Crea di Rizziconi. Ieri il maresciallo dei Ros dei Carabinieri Francesco Lobefaro ha ripercorso in aula le tappe dell’indagine, incalzato dalle domande del pubblico ministero Daniele Paci della direzione distrettuale antimafia di Ancona. Nel giorno in cui Marcello Bruzzese è stato ucciso, Rocco Versace, non era a Pesaro. 

La localizzazione

Questo il dato che emerge dalle rilevazioni delle celle telefoniche che hanno agganciato il cellulare criptato che utilizzava lo stesso Versace. In particolare, alle 17,25 del 25 dicembre 2018, in via Bovio, Versace si trovava a Rizzicoli, in Calabria. L’uomo è accusato di omicidio volontario aggravato dal fatto di aver agevolato un’organizzazione di stampo mafioso, in questo caso la cosca calabrese dei Crea. Per la procura Versace avrebbe avuto un ruolo importante nel pianificare l’omicidio di Bruzzese. Gli esecutori, i killer, Francesco Candiloro e Michelangelo Tripodi, sono già stati condannati entrambi all’ergastolo dal Tribunale di Ancona con il rito abbreviato. E proprio con loro Versace avrebbe avuto contatti telefonici nelle ore dell’omicidio. Celle telefoniche che si agganciano a Pesaro nei pressi di via Bovio e a Rizziconi. Punti di connessione stabiliti grazie al software Li.ga.tab. Un programma creato proprio dai carabinieri per decifrare gli 1,2 miliardi di dati di traffico telefonici intercorsi tra i protagonisti con cellulari criptati e altri intestati ad altre persone, ma in uso ai tre. Un software programmato proprio dal maresciallo Lobefaro e che prende il nome dell’acronimo Little Game Tab, perché mentre era in fase di realizzazione, qualcuno pensava fosse un “gioco”. Ma una volta perfezionato, è risultato decisivo alzando il velo sulla scatola nera delle comunicazioni degli imputati. C’è di più. 

Il sopralluogo

Versace tra il 19 e il 20 novembre era stato a Pesaro, per fare sopralluoghi anche in via Bovio. Infine i cellulari di Versace, Tripodi e Candiloro che si ritrovano tra Umbria e Lazio in un covo il 2 dicembre. Forse il luogo segreto per pianificare l’omicidio nei dettagli. Versace è difeso dagli avvocati Francesco Albanese e Pasquale Loiacono. Prossima udienza il 29 novembre. 

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