Giovane ubriaco come una furia al Pronto soccorso di Pesaro: l’infermiere aggredito chiede 70mila euro di risarcimento

Giovane come una furia al Pronto soccorso di Pesaro: l’infermiere aggredito chiede 70mila euro di risarcimento
Giovane come una furia al Pronto soccorso di Pesaro: l’infermiere aggredito chiede 70mila euro di risarcimento
di Luigi Benelli
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Sabato 3 Febbraio 2024, 03:50 - Ultimo aggiornamento: 11:39

PESARO - Pugni, calci e sputi contro gli infermieri del Pronto soccorso di Pesaro che stavano lavorando. Oggi l’aggressore, un 25enne, al giudice si è detto pronto ai lavori socialmente utili, ma un infermiere che subì le conseguenze di quella furia chiede 70mila euro di risarcimento. L’episodio ricostruito ieri davanti al giudice monocratico risale al novembre 2021 e accadde in un pronto soccorso dell’ospedale San Salvatore che era ancora in piena emergenza Covid, con tutte le restrizioni e gli accorgimenti legati al periodo.

Il giovane si era presentato in ospedale intorno alle 19.45 in condizioni di alterazione psicofisica dovuto all’assunzione di alcool.

Prima aveva sferrato un pugno a un'infermiera, poi a un altro a un infermiere, che cadendo a terra si era fratturato una spalla. Altri colleghi, compreso l’allora direttore del pronto soccorso Umberto Gnudi, erano intervenuti per aiutarlo. Il ragazzo aveva dato in escandescenze, insultando, graffiando e sputando all'infermiera, per poi aggredire chiunque gli capitasse a tiro. Era stato necessario l'intervento di altri operatori e dello stesso direttore del Pronto Soccorso, rimasto bloccato per un'ora e mezza solo sul paziente per sorveglianza visiva, mentre il reparto era gremito di persone, circa una trentina in attesa di assistenza. L'aggressione aveva coinvolto cinque infermieri, di cui uno aveva riportato un trauma alla spalla giudicato guaribile in 30 giorni. A nulla era servito l'intervento di sedazione a breve durata: passato l'effetto del farmaco, aveva ripreso a dare in escandescenze, tanto da dover rendersi necessario l'intervento delle forze dell'ordine.

Un episodio, al culmine di un periodo di intenso lavoro e di forte stress, che aveva portato anche a un flash mob degli operatori sanitari costretti a subire varie aggressioni all’epoca. Ieri il sanitario aggredito si è costituito parte civile tramite l’avvocatessa Cecilia Ascani e ha chiesto 70 mila euro di risarcimento. L’avvocato Marco Defendini, legale del 25enne, ha avviato le pratiche per i lavori socialmente utili.

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