Pesaro, il piano per ridurre le liste d'attesa non convince i sindacati: «I conti della Regione non tornano»

Pesaro, il piano per ridurre le liste d'attesa non convince i sindacati: «I conti della Regione non tornano»
Pesaro, il piano per ridurre le liste d'attesa non convince i sindacati: «I conti della Regione non tornano»
di Luigi Benelli
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Domenica 7 Aprile 2024, 03:00 - Ultimo aggiornamento: 8 Aprile, 15:18

PESARO - Oltre 13 milioni di euro per il recupero e il miglioramento delle liste d’attesa: l’obiettivo della Regione è realizzare oltre 160 mila prestazioni in più. A Pesaro i conti non tornano secondo sindacati e referenti politici. Dei 13 milioni previsti dal governo regionale, vengono destinati a Pesaro 1,8 milioni per attività specialistica ambulatoriale e prestazioni diagnostiche oltre a 1 milione per interventi chirurgici. La stima è di 9992 prestazioni aggiuntive mentre la committenza al privato parla di 21.265 prestazioni. Quanto alle prestazioni, si stimano nel 2024 17.093 richieste con uno scostamento di 746 prestazioni e una committenza al privato accreditato di 2204 visite per 76.800 euro.

Più alto è lo scostamento per la Tac con 20266 prestazioni previste nel 2024 e un delta di 2407.

Infine l’ecografia con 53.845 prenotazioni previste e uno scostamento di 5786. Significativo il ricorso al privato anche per l’ecodoppler per il quale si prevede uno scostamento di 3429 prestazioni e 5786 interventi del privato per 261 mila euro. 


Le opacità


«Quella delle liste d’attesa è un’emergenza importante – sottolinea Maurizio Andreolini, segretario provinciale Cisl – C’è opacità anche sui tempi delle prestazioni perché alcune sono monitorate in maniera costante, ma altre come oculistica e ortopedia sfuggono. E si parla di situazioni in cui si possono trovare liste chiuse o appuntamenti a un anno di distanza. Cosa succede? Le persone vanno a curarsi fuori regione a loro spese, gravando anche sul bilancio della Regione in termini di mobilità passiva. Altro tema è quello del massiccio ricorso al privato, cosa inaccettabile perché incide sui costi dei cittadini». Il sindacato chiede chiarezza anche sul Cup. «Sembra che possa ritornare a livello regionale, ma è assurdo chiedere a un cittadino di Sassocorvaro di recarsi ad Amandola per una prestazione. E casistiche simili ne registriamo parecchie. Servono più risorse per rispondere alla problematica, non è facile, ma l’accesso alle cure, soprattutto per gli indigenti, è un faro della costituzione». Ultimo dato, la prevenzione, elemento che può generare problematiche. «I ritardi possono portare a fasi acute delle malattie, con costi sociali altissimi. La provincia di Pesaro ha anche un debito rispetto ai posti letti ogni 1000 abitanti, perché la media regionale è al 3,7 mentre qui parliamo di 2,7. Purtroppo, visti questi fattori, alcuni cittadini rinunciano a curarsi e questo non deve succedere». Per Micaela Vitri, consigliere regionale Pd, «la giunta Acquaroli finalmente si accorge delle lunghe liste d’attesa, degenerate negli ultimi 3 anni. Il piano di recupero presentato come straordinario è semplicemente ciò che quasi tutte le altre Regioni hanno già fatto lo scorso anno. 


Primo cenno


«Ricordo che nel 2023 la Giunta Acquaroli non era riuscita a utilizzare nemmeno la metà dei fondi disponibili dal Governo Draghi per la riduzione delle liste d'attesa. Alle Marche sono arrivati 12.861.642 euro, ma ne sono stati spesi solamente 4.687.310,96 di cui 1.650.351,00 ai privati accreditati. Non lo dico io, ma la Corte dei Conti. Lo scorso anno infatti le Marche sono state una delle ultime regioni italiane con un recupero del 32% dei ricoveri programmati, a fronte del 75% previsto. Siamo nel baratro. E’ solo un primo cenno di risposta che lascia due preoccupazioni: i tempi previsti e l’abbondante ricorso al privato». 

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