Parco Miralfiore di Pesaro, che succede? Gambini scrive a Belloni: "Ripensaci"

Parco Miralfiore di Pesaro, che succede
Parco Miralfiore di Pesaro, che succede
di Thomas Delbianco
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Lunedì 11 Settembre 2023, 03:40 - Ultimo aggiornamento: 12 Settembre, 07:12
PESARO Non c’è pace per il parco Miralfiore e dopo la querelle sulla gestione arriva l’onda lunga del caso incarichi. Prima gli ambientalisti, poi i Verdi (in maggioranza in Comune), adesso Michele Gambini, consigliere comunale dem e presidente della commissione Ambiente, con una lettera aperta all’assessore Enzo Belloni. Ne nasce un botta e risposta che parte dal recente conferimento due incarichi professionali (uno per un agronomo, l’altro per i servizi di visite guidate) e dalla fuoriuscita di Andrea Fazi, guida storica. Gambini difende Fazi e chiede a Belloni di rifletterci per «non perdere l’impegno di chi vuole bene al Miralfiore». «C’è - spiega Gambini - la possibilità di conciliare la visione ambientale originale del parco con le esigenze di migliorarne la sicurezza. Non è un obbligo condividere le posizioni degli ambientalisti né andarci personalmente d’accordo. Rilevo però con amarezza che la contrapposizione ha già prodotto un clima dannoso. Da tre anni provo a mediare, ma evidentemente ho fallito se siamo al paradosso che la persona che ha speso più energie, affetto e professionalità per il parco oggi non trova le condizioni per continuare a farlo». 


I due punti


La difesa di Fazi per Gambini si articola su due punti: 1)le indubbie capacità professionali del naturalista («una perdita enorme»), 2) il fatto che non possa accettare «che gli sia fatto il torto di dipingere la sua storia addirittura come negativa per il parco». «Hai sempre detto - rimarca Gambini a Belloni-, a ragione, che il Miralfiore è di tutti e non posso che essere d’accordo, ma non possiamo misconoscere il valore che il contributo di una persona ha avuto. Fazi ha ricoperto l’incarico gratuito nel Comitato di gestione e l’incarico pagato di guida, portando classi gratis per 3 anni quando è stato interrotto. La narrazione che fai non rende giustizia ad una storia di cui anche io mi sento parte. In ultimo hai detto che la nuova guida costa 5 volte di meno di chi c’era prima. Cosa si dovrebbe capire? Che Fazi percepiva un compenso assai esoso.

Ma Andrea è arrivato a percepire un massimo di poco più di 10mila euro per fare 92 visite di 3 o 4 ore cioè 10mila euro per oltre 300 ore. La nuova guida prende 50 euro lordi l’ora e non mi sognerei di disquisire sui compensi se non avessi tu impropriamente fatto il confronto, ma la verità è che costa di più non di meno di chi c’era prima. Non è un problema, il lavoro di un professionista va riconosciuto. Il problema è rendere giustizia di ciò che c’è stato prima perché prezioso e umanamente giusto. Immagino che risponderesti che tu a tua volta ti sei sentito ingiuriato dai giudizi sul tuo operato e ci ritroveremmo in una assurda querelle su chi ha iniziato prima. Il fatto è che tu rappresenti una istituzione e mi aspetto da te che nel difendere il tuo lavoro non ci sia spazio per una narrazione ingiusta. Ti ho sentito lamentarti del conservatorismo delle associazioni: tieni presente che se c’è un parco è perché il Comune ha trovato una soluzione al rischio di lottizzazione sulla spinta di quel movimento. Se è ancora di libero uso è perché c’è stata una pressione di tutela che ha bloccato chi immaginava di fare al Miralfiore qualche bella attività organizzata: spa, maneggio, area per skater. Invece la bellezza del parco è che di volta in volta può accogliere tutti. Tutto si può migliorare ma cerchiamo di non perdere una storia di valore». 

La replica


A stretto giro la replica di Belloni: «Non è mai stata mia intenzione precludere a Fazi la possibilità di svolgere la sua attività, né tantomeno sostenere che lui fosse l’origine dei problemi del parco. Riconosco il suo impegno, però continuo ad essere convinto che alcune cose dovessero essere modificate soprattutto perché nel tempo si sono manifestati dei problemi di ordine pubblico che richiedevano tali modifiche. Se nel botta e risposta con le associazioni proprio la sua figura è rimasta in mezzo mi dispiace perché lo ritengo anche io una risorsa. Fazi è il benvenuto se vuole continuare a fare visite guidate, ma non voglio dire di più sulle polemiche perché qualsiasi cosa dica innescherebbe nuovamente quel botta e risposta. E comunque sì: il parco è di tutti».
 

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