Diego, 37 anni, papà di due figli, muore
dopo una visita: cartelle cliniche sequestrate

Diego Monaco col personale del ristorante
Diego Monaco col personale del ristorante
di Gianluca Murgia
4 Minuti di Lettura
Sabato 5 Novembre 2016, 05:25 - Ultimo aggiornamento: 6 Novembre, 08:58

PESARO - Lo sguardo della signora Lucia, dopo il riconoscimento della salma avvenuto ieri mattina insieme al marito Francesco, è l’emblema del dolore e della dignità di un’intera famiglia: «Chiedo solo chiarezza per mio figlio Diego, fino in fondo». Lo farà l’inchiesta aperta dalla procura di Pesaro, in mano al sostituto procuratore della Repubblica Maria Letizia Fucci. L’ipotesi di reato è di omicidio colposo. La famiglia di Diego Monaco ha sporto denuncia contro ignoti sabato mattina, poche ore dopo la morte del 37enne chef e pizzaiolo originario di Trecase, comune partenopeo, avvenuta alle 4.40 di giovedì all’interno della sua casa di Montecchio, quattro ore dopo essere stato dimesso dal pronto soccorso di Pesaro.
La procura ha sequestrato ieri la cartella clinica di Monaco e richiesto all’azienda ospedaliera Marche Nord l’identificazione del personale che ha preso in cura il paziente dal momento dell’ingresso a quello dell’uscita dal pronto soccorso di Pesaro. Quattro ore circa, dalle 18.30 alle 23.56, che finiranno sotto la lente del pm. Gli avvisi di garanzia annessi, come atto dovuto, consentiranno all’azienda stessa di nominare un consulente che parteciperà all’autopsia fissata per lunedì quando a Pesaro, contestualmente, arriverà da Ferrara il medico legale incaricato dalla procura e, da Castellammare di Stabia, il consulente medico scelto dalla famiglia Monaco. La salma, fino ad allora, resterà a disposizione dell’autorità giudiziaria.
Da brividi le parole di Milena Vitiello, la giovane moglie che lo ha accudito fino alla fine e lo ha visto morire in casa piegato da ore di spasimo: «Ho perso la colonna della mia vita. Ci eravamo inseriti in questa nuova comunità dopo anni di sacrifici e instabilità economica. Finalmente stava andando tutto bene. Ora mi devo rimboccare le maniche andare avanti per i nostri due figli». Dolore e dignità. «Ampia fiducia nella procura - sottolinea l’avvocato Anna Fusco del foro di Torre Annunziata, legale della famiglia Monaco - di fronte a una tragedia così imponente. Vogliamo tranquillizzare, senza nessuna polemica, tutti coloro che sono intervenuti nella vicenda: non si devono preoccupare preventivamente. Noi abbiamo fatto una denuncia a carico di ignoti ma la famiglia che chiede verità e rispetto. L’ironia che abbiamo avvertito nelle dichiarazioni del direttore di reparto, così come dichiarato nel corso della denuncia, non sono state gradite».
«Nella maniera più assoluta rimarco che non è stata volontà né di Diego né della moglie quella di andare via dal pronto soccorso. Lui non ha firmato autodimissioni. Anzi, la volontà era stata quella di trascorrere almeno una notte in ospedale, anche in considerazione dell’orario: le 24.56 del 3 novembre». Diego Monaco era entrato in codice giallo, con una pressione arteriosa pari a 250. Ha dichiarato di avere il padre cardiopatico e la madre diabetica. Da ore era in preda a vomito e dolori lancinanti allo stomaco e spalle.
«Il medico del pronto soccorso ha diagnosticato - legge sul verbale di dimissioni l’avvocato Fusco - un dolore addominale epigastrico, obesità, ipertensione arteriosa con livello di gravità giallo. Gli hanno prescritto la misurazione domiciliare della pressione arteriosa, un miglioramento dello stile di vita, il calo del peso, astensione dal fumo, controllo assetto metabolico ed eventuale visita cardiologica. Eventuale». Per la famiglia, invece, le cause della morte sarebbero chiare: infarto. «I sintomi, de visu, fanno sospettare questo. In passato aveva solo lamentato mal di testa per la pressione alta. Il ricovero, a nostro avviso, in una situazione simile non andava rifiutato. Hanno spiegato che non c’era posto e la moglie a replicato che andava bene anche una barella. Se Monaco avesse trascorso la notte in ospedale cosa sarebbe successo? Negando il ricovero, a nostro avviso, si è negata in questo caso una aspettativa di vita. Ma lasciamo il compito alla procura di fare chiarezza su quanto accaduto e se, con perizia, si siano seguiti tutti i protocolli richiesti in un caso del genere. Ringraziamo, infine, il capitano e i carabinieri di Montecchio per la delicatezza e rispetto mostrati».
La famiglia ha già fatto sapere che il funerale di Diego Monaco si terrà a Torre Annunziata e che la salma sarà cremata.

La famiglia Monaco è conosciutissima nella zona vesuviana: i loro ristoranti, la Stella Verde di Torre Annunziata e Trecase, sono stati per anni il punto di riferimento del territorio per la prelibatezza delle pizze. Un’arte che Diego, terza generazione di pizzaioli, dopo il posto di lavoro fisso trovato dalla moglie a Montecchio, ripartendo da zero, aveva brillantemente esportato a Pesaro come chef e anima del ristorante di Campanara CuoreSapore di Marianna Colotti. Una professione che amava

© RIPRODUZIONE RISERVATA