PESARO - La passione, l’impegno e la generosità a volte pagano una vita dedicata al proprio lavoro con tanta sensibilità e grande professionalità: la bacheca Facebook di Leonardo D’Elia è piena di messaggi di sostegno e aiuto, dopo l’incidente avvenuto venerdì scorso a Siena, che ha visto letteralmente andare in fumo le collezioni, la merce e i ricordi del Black Marmalade Records, lo storico negozio di dischi in via Cattaneo. Tutto, vinili, gadget, t-shirt, era caricato sul furgone di un suo collega, mentre insieme si stavano recando alla fiera evento di Siena (Lars Rock Fest 2023).
Appoggio e concretezza
Ma la cosa che tocca il cuore è che non ci sono solo commenti di sostegno “morale”, ma stanno arrivando i primi segni concreti della solidarietà che si è scatenata per non permettere la chiusura di uno dei luoghi più vivi della scena musicale pesarese, ma non solo.
Insomma il Black Marmalade tornerà a vivere come una Fenice: «Sono ancora molto frastornato, tra l’impatto con quello che è successo e la incredibile vicinanza di così tante persone», prosegue Leonardo. «Venerdì sera sono tornato a casa distrutto, ora mi sto commuovendo ogni due minuti per le telefonate e le dimostrazioni di affetto che stanno arrivando da tutta Italia. Venerdì pomeriggio mi ero sentito con Roberto Baioni del Menga e nel giro di due ore, due illustratori come il Moro e Fabietto avevano già disegnato la locandina immagine del crowdfunding che partirà tra lunedì e martedì. Insomma la macchina era già partita». E poi il sostegno è arrivato da negozianti (tra cui anche l’altro store pesarese Dischi & Soda in via Branca e il Music Machine di Roma), da tanti privati che come lui partecipano alle fiere del disco in tutta Italia, commercianti, etichette discografiche e persino un noto studio di tatuatori romano che il 22 luglio donerà parte del suo incasso al Black Marmalade, fino al ristorante In Piazzetta, di fronte al negozio, che si è offerto di ospitare eventi per raccogliere fondi.
La disponibilità
«In molti erano disponibili a creare indirizzi per la raccolta fondi, ma abbiamo pensato di attendere altre 24/48 ore per crearne uno unico e riconoscibile. - conclude Leonardo - Ho avuto clienti che sono venuti ad offrirmi i loro dischi, anche persone che ho visto una sola volta, ma che erano grate di come le avevo consigliate. Per una volta, credo di poter dire che forse il mio lavoro ha lasciato un segno importante nelle persone e ne sono davvero commosso».