Celebrazioni nel 61esimo anniversario
Il sindaco: ripartire da quei valori

Celebrazioni nel 61esimo anniversario Il sindaco: ripartire da quei valori
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Mercoledì 2 Settembre 2015, 20:33 - Ultimo aggiornamento: 3 Settembre, 08:20
PESARO - Celebrazioni per il 61esimo anniversario ieri pomeriggio nel centro storico di Pesaro. Due settembre 1944: i partigiani della Brigata Maiella, uniti ai soldati polacchi delle truppe alleate, liberano Pesaro. Esercito tedesco in ritirata, dopo combattimenti cruenti, con contestuale sfondamento della Linea Gotica a Montecchio. Sessantuno anni dopo, il sindaco Matteo Ricci, davanti al sacrario dei caduti, in piazzale Collenuccio, ricorda così: «All'indomani della Liberazione la città era distrutta, vuota, spettrale». Passaggi sui caduti «innocenti» alla fine di via Castelfidardo, sulla devastazione di Soria Bassa e sullo «sfollamento di massa». «In tanti – nota il sindaco - trovarono rifugio e sostegno nelle case dei contadini. I più giovani salirono nelle montagne per la lotta di Resistenza. Anche nella nostra storia c'è un pezzo di attualità. Abbiamo capito sulla nostra pelle che quando qualcuno scappa dalla guerra e dalla fame ci deve essere una porta aperta, altrimenti siamo piccoli uomini. Uno dei valori fondamentali della Resistenza è l'uguaglianza, a prescindere da religione, colore della pelle, etnìa. Oggi viviamo fenomeni completamente diversi. Ma se pensiamo di affrontarli credendo che c'è una razza con più diritti degli altri, rischiamo, con processi differenti, di fare gli errori drammatici del passato. L'Europa che Spinelli sognava non è quella degli egoismi. E' un continente capace di governare le sfide della modernità, tenendo in alto fratellanza e solidarietà». Dalla devastazione, sottolinea Ricci, «con grande determinazione e 'tigna' Pesaro è poi ripartita. Nel giro di pochi anni la città conobbe il suo sviluppo. Anche adesso siamo in un mare di difficoltà. Ma se abbiamo avuto la forza per farcela allora, a maggiore ragione i problemi di oggi si devono affrontare con maggior coraggio». Infine: «Molti protagonisti dell'epoca non ci sono più: penso a De Sabbata, Cecchi. Guardo ai ricordi dei nostri nonni: è nostro dovere non dimenticare». Giuseppe Scherpiani, Anpi, ribadisce il valore della Brigata Maiella e cita Winston Churchill: «Il 15 febbraio 1947, firmando il trattato di pace a Parigi, riconobbe pubblicamente il contributo dei partigiani alla Liberazione in Italia e all'accelerazione della risoluzione del conflitto a favore degli alleati. Senza i partigiani, disse, ci sarebbe voluto molto più tempo. Il punto di arrivo fu la Costituzione». Infine Lido Scalpelli – presidente dell'associazione nazionale della Polizia di Stato, sezione di Pesaro – intervenuto come rappresentante del coordinatore provinciale delle associazioni combattentistiche e d'arma Cesare Venturi: «Dopo i bombardamenti 8mila vani furono distrutti, con oltre 9mila abitanti rimasti senza casa. Gli orrori di quella guerra non possono essere dimenticati».
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