Mazzolari Mosca, via al maxi appalto di Pesaro: si temono rincari per le materie prime

Mazzolari Mosca, via al maxi appalto di Pesaro
Mazzolari Mosca, via al maxi appalto di Pesaro
di Miléna Bonaparte
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Mercoledì 14 Giugno 2023, 03:30
PESARO Le sale del piano nobile, i soffitti affrescati con raffaellesche e amorini. Tutto da rimettere a nuovo, con l’aumento dei prezzi dei materiali da costruzione che agita il tintinnante salvadanaio del Comune. Da una parte i lavori strutturali nell’antico edificio di via Rossini, dall’altra il restauro dei dipinti e degli elementi di pregio artistico. È in corso la maxi gara d’appalto dei lavori di ristrutturazione a palazzo Mazzolari Mosca, le offerte vanno presentate entro il 21 giugno e per il 30 luglio ci sarà l’affidamento delle opere alle imprese vincitrici con il via libera del cantiere che sarà in fermento per tutto il 2024 nell’anno della Capitale della cultura, con pannelli promozionali di work in progress. 


Sulla carta


Un’operazione sulla carta da 8 milioni e 630 mila euro, interamente finanziati dal Pnrr grazie alle risorse integrative, che parte tutt’altro che in discesa. Il prezioso monumento del centro storico, costruito tra il 1763 e il 1768 su progetto di Giannandrea Lazzarini, ospita gli uffici dell’assessorato alla Bellezza che si trasferiranno a palazzo Gradari e conserva parte dei depositi dei Musei civici. I locali devono quindi smobilitare e la pressante tabella di marcia europea mette il fiato sul collo a tecnici e amministratori. Ma la vera spada di Damocle sembrerebbe quella dei costi dell’edilizia lievitati rispetto al progetto di fattibilità iniziale che restringono i margini di manovra. Non a caso il sindaco Matteo Ricci ha avanzato il timore che l’ultimo piano di palazzo Mazzolari potrebbe rimanere fuori dal recupero, che interesserà solo gli interni, mentre le facciate sono state ritinteggiate nel 2018 compresa l’installazione degli infissi originali.


Integrazione


«Anche in questo caso procederemo per stralci funzionali - ha messo in evidenza Ricci -, ma c’è un problema generale di aumento dei costi delle materie prime del 30% che grava sugli appalti, mentre le risorse integrative arrivate coprono appena il 10% del rincaro. La conseguenza sarà quella di realizzare progetti incompleti, l’ultimo piano del palazzo di via Rossini potremmo non riuscire a finirlo.

I finanziamenti nel salvadanaio di Pesarochecambia.it e in quello reale sono enormi, circa 1 miliardo e 700 milioni arrivati per la città, ma non si va lontano senza le risorse per coprire gli aumenti dell’edilizia che noi Comuni non siamo in grado di finanziare». Quello che ha preso il via i primi di maggio è un appalto ”integrato” per il restyling di palazzo Mazzolari: vuol dire che da una parte ci sono gli incarichi a ingegneri e architetti per la progettazione definitiva ed esecutiva, dall’altra la realizzazione dei lavori di restauro, risanamento conservativo, miglioramento strutturale, adeguamento degli impianti e restauro delle superfici affrescate dei soffitti che ricoprono gran parte del piano nobile e del salone centrale con il doppio stemma dei Toschi Mosca. Le offerte partono da un importo base di 488.730 euro per l’elaborazione dei progetti e di 5.880.462 euro per i lavori, oltre a 144.538 euro di oneri della sicurezza che non vanno a gara.


Il cronoprogramma


Nel dettaglio l’appalto è suddiviso tra opere su edifici e manufatti di interesse storico-artistico soggetti a tutela per 2.068.286 euro, opere strutturali di consolidamento per 2.649.592 euro e tutti i vari impianti per 90.146 euro, 468.258 euro e 748.718 euro. In totale 6.025.000 euro. Dopo l’affidamento dei lavori entro il 30 luglio, la road map prosegue con il termine intermedio del 30 settembre 2024 entro il quale dovrà essere concluso almeno il 30% degli interventi e il 31 marzo 2026 quando sono previsti i collaudi finali. 


Un po’ di storia


Il palazzo di via Rossini è stato fatto costruire da Antonio Maria Mazzolari tra il 1763 e il 1768 su progetto di Giannandrea Lazzarini, al quale si è affiancato poi l’allievo Tommaso Bicciaglia come direttore dei lavori. Rappresenta la sintesi neoclassica di diversi interventi tra il XVIII e il XX secolo. Dopo alcuni passaggi di proprietà, nel 1842 l’edificio è stato acquistato dalla marchesa Vittoria Mosca per le collezioni di famiglia. Alla sua morte nel 1885, come prevedeva il testamento, il palazzo con gli arredi e le opere d’arte è passato al Comune. Gli uffici dell’amministrazione hanno occupato il piano nobile fin dal 1930. 
 

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