Pesaro, truffa dello specchietto rotto: accusato e poi assolto perché davanti al giudice non lo riconoscono

La truffa dello specchietto rotto, foto d'archivio
La truffa dello specchietto rotto, foto d'archivio
di Luigi Benelli
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Mercoledì 13 Ottobre 2021, 08:55

PESARO Accusato della truffa dello specchietto, ma viene assolto perché la vittima non lo riconosce. Lui è un ragazzo siciliano di 30 anni, della provincia di Siracusa che è passato a Pesaro nell’agosto del 2020. I carabinieri, dopo una serie di indagini gli avevano addebitato una truffa nei confronti di un anziano di 89 anni. Lo stesso giorno del misfatto anche una signora pesarese aveva denunciato la truffa dello specchietto da parte di un giovane.

I carabinieri avevano ricostruito che il ragazzo aveva fatto credere all’anziano di aver urtato la sua Golf Nera. «Mi ha urtato, guardi qua lo specchietto: è distrutto. Non vede la riga che ha sulla sua portiera». Così gli aveva chiesto un centinaio di euro. Ma il giovane ha infierito e dopo pochi minuti è tornato sui suoi passi e ha ammonito l’anziano dicendogli che gli aveva dato una banconota da 10 al posto di una da 50. Il povero 89enne, in confusione, ha così dato una banconota da 50, ma qui la perfidia del truffatore non ha avuto limiti.

Con un gioco di mani ha sostituito immediatamente la banconota da 50 con una da 10. E così per tre volte, arrivando a sottrarre 240 euro complessivi al povero anziano. I carabinieri hanno incastrato il 30enne, già pregiudicato per reati di questo tipo, e poco dopo hanno fatto vedere la foto del giovane alla donna che aveva denunciato la medesima truffa. Lei si era detta convinta che fosse lui all’80%. Così si è andati a processo. Ma ieri davanti al giudice monocratico il colpo di scena. Durante il dibattimento la signora è stata chiamata a riconoscere fra più persone il suo “truffatore”. Una scena all’americana coi sospettati che entrano in una stanza. Ebbene la donna ha indicato un altro ragazzo. «Il mio assistito non è stato riconosciuto dalla vittima – spiega l’avvocato Daniele D’Urso del foro di Bologna – quindi è stato assolto. Non è possibile attribuirgli questa truffa». Anche il pm non ha potuto far altro che chiedere l’assoluzione.

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