Tappa spettacolare al Giro d'Italia nelle Marche, trionfo per Fano. Seri premia Alaphilippe, folla sul percorso e al traguardo

Tappa spettacolare al Giro d'Italia nelle Marche, trionfo per Fano
Tappa spettacolare al Giro d'Italia nelle Marche, trionfo per Fano
di Andrea Amaduzzi
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Venerdì 17 Maggio 2024, 02:50 - Ultimo aggiornamento: 10:56

FANO Vince Alaphilippe, vince il Giro, vince Fano. Che ci fossero tutti i requisiti perché questa dodicesima tappa della corsa rosa edizione 2024 si risolvesse in un successo si sapeva, che potesse assumere i connotati del trionfo era invece semplicemente una speranza, anche se magari ben riposta. Non è mancato praticamente niente e dunque nemmeno il sole, a dispetto di previsioni meteo che piazzavano su per giù all’ora dell’arrivo persino un po’ di pioggia e del cielo plumbeo della mattina. 

 
 


In fuga per 126 chilometri


A illuminare la giornata, sportivamente parlando, è stato invece Julian Alaphilippe, due volte campione del mondo e stabilmente in vetta ai gusti degli appassionati, per il talento ma anche per il modo inimitabile e anche un po’ folle di interpretare le corse. In una tappa di 193 chilometri che per il suo disegno era stata paragonata alla Liegi-Bastogne-Liegi, il campione francese, che di classiche, Milano-Sanremo compresa, ha fatto una discreta incetta, è scappato dopo una cinquantina di chilometri e non si è fatto più riprendere, aggredendo i “muri” marchigiani con la sana complicità di Mirco Maestri, che poi nel finale ha dovuto alzare bandiera bianca. L’abbraccio fra i due a fine gara, con la gratitudine del vincitore corrisposta dalla più bella dichiarazione possibile dell’italiano («andare in fuga con lui è stato come vincere»), ha magnificato un’impresa che gli osservatori non hanno esitato ad infilare tra le più belle del Giro. Insomma la Martinsicuro – Fano, scandita da ritmi indiavolati (quasi 47 chilometri di media, tant’è che Alaphilippe ha tagliato il traguardo in significativo anticipo rispetto alla tabella di marcia) rischia seriamente di passare alla storia dell’evento nazional-sportivo-popolare più amato e antico, raccontata da immagini che hanno reso ampia giustizia alle bellezze della città e del territorio. 


Elogio a Mondolfo


Partendo da Mondolfo, di cui è stato decantato il titolo di borgo fra i più belli d’Italia e il ruolo di culla del gioco del pallone con il bracciale, e prima dell’ingresso in una città di cui è stato perlustrato con rigore storico il vissuto, dalla dea Fortuna e dall’Arco d’Augusto fino a Vitruvio e ai recenti rinvenimenti che hanno validato la tesi che forse la Basilica esista veramente.

Delle colline, del porto, del lungomare e del centro storico, grazie anche alle riprese dall’alto, è sfuggito poco, se non forse l’Eremo dei camaldolesi. In compenso è stato possibile percepire con chiarezza la misura della folla che ha cominciato a bazzicare la zona dell’arrivo dalla mattinata e che poi si è ammassata lungo l’intero percorso cittadino. Da tappa alpina la cornice di appassionati, peraltro molto disciplinati, sulla durissima arrampicata verso Monte Giove lungo quella via Patuccia «che mai avrei immaginato in vita mia di vedere attraversata dal Giro» ha confidato quasi commosso un residente amante da sempre del ciclismo.


L’assalto a Monte Giove


Il mare di gente all’arrivo non si è disperso nemmeno a tappa conclusa, facendo da sfondo, insieme al Bastione del Nuti e a Porta Maggiore ,ad un “Processo alla tappa” in cui si celebrava la portata dell’evento che si era appena consumato. 

 

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