L’incanto del presepe di San Marco fa centro anche sul nuovo vescovo

L’incanto del presepe di San Marco fa centro anche sul nuovo vescovo
L’incanto del presepe di San Marco fa centro anche sul nuovo vescovo
di Andrea Amaduzzi
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Domenica 17 Dicembre 2023, 04:00

FANO L’incanto del presepe di San Marco, che è poi definizione sempre un po’ riduttiva per l’apparato scenico allestito nelle cantine di palazzo Fabbri, colpisce ancora. E stavolta ad esserne rapito è il vescovo Andreozzi, alla sua prima volta fra la sessantina di diorami concepiti sulle trame del Vecchio e Nuovo Testamento, in occasione della presentazione dell’edizione 2023-2024 di questa suggestiva e inimitabile creazione.

Lo stupore

«Difficile raccontare l’ineffabile ma anche attraverso l’arte si può arrivare a comprendere il mistero di Dio» commenta la nuova guida della Diocesi, che esprime anche il fisiologico auspicio che la visita aiuti «l’uomo ad accogliere il divino».

Al centro di tutto la Natività e proprio su quella si è concentrata l’ansia di novità, con una estensione piena di elementi e figure curati nei minimi particolari. Ecco allora che compare il mulino con la macina, crescono le dimensioni del torrente, mentre si vede chi munge e chi pesca. C’è però anche altro. Piazza San Pietro, riprodotta nell’atrio, si è popolata di 2.000 personaggi miniaturizzati a rappresentare una solenne celebrazione, grazie alla maestria e alla pazienza di Maurizio Romagnoli.

«Le cose belle sono tutte nuove» tiene comunque a puntualizzare don Marco Polverari, regista e motore «di un’opera unica in Italia» rivendica anche l’assessore Lucarelli, che ne rimarca la funzione di veicolo di promozione turistica, portando ad esempio «la richiesta di una famiglia di passaggio di vedere il presepe. E’ stata accontentata e il risultato è che al ritorno ha soggiornato un paio di giorni per gustarsi la città». Non che tra don Marco e l’amministrazione comunale fili sempre tutto liscio «ma quando si è animati da un obiettivo comune – ridimensiona Lucarelli - anche i momenti aspri di confronto diventano costruttivi». E mentre il vice sindaco Fanesi riconduce al presepe «anche l’origine della Fano bella, attrattiva e ricca di momenti e iniziative che oggi presentiamo per il Natale. Vent’anni fa non era così», alla presenza anche di altri pezzi della giunta (le assessore Brunori e Fattori) don Marco menziona tutti quelli che a diverso titolo hanno concorso. Oltre a Romagnoli, aziende e tecnici, con l’immancabile pensiero anche a Mario Mantoni, che lo ha affiancato dagli inizi e il cui ricordo è perpetuato non soltanto dallo spazio che gli è intitolato ma anche «da una scatola di chiodi. Lui amava recuperare anche quelli storti».

Le presenze

Il grazie più profondo e devoto a San Giuseppe, il falegname per antonomasia, alla Madonna e alle sue mani protese, a Gesù bambino, ispirazione primaria di un’opera che si propone di continuare a valorizzare l’eredità francescana e anche di un impegno instancabile «che si può cogliere nella forma e soprattutto nel contenuto. Questo è un qualcosa che non ci si stanca mai di guardare». Ne fanno fede le 15.000 presenze stimate nell’ultimo anno con rituale impennata sotto le feste. Sarà così anche stavolta negli orari d’apertura da Natale all’Epifania dalle 9,30 alle 12 e dalle 15 alle 19. Avanti poi tutte le domeniche fino a Pasqua dalle 16 alle 19.

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