Anche i balneari fanesi chiedono una fase transitoria mentre ricomincia la mappatura della costa

Anche i balneari fanesi chiedono una fase transitoria mentre ricomincia la mappatura della costa
Anche i balneari fanesi chiedono una fase transitoria mentre ricomincia la mappatura della costa
di Massimo Foghetti
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Mercoledì 13 Marzo 2024, 08:08 - Ultimo aggiornamento: 11:56

FANO La primavera non è molto lontana e i concessionari di spiaggia iniziano a programmare la nuova stagione turistica. C’è chi ha la necessità di rinnovare le attrezzature, chi di riparare i danni effettuati dalle mareggiate, chi di realizzare nuove strutture e servizi. Tuttavia questa volta tra la categoria serpeggia un grande scoramento per il modo con il quale si prospetta l’applicazione della Bolkenstein. Servono nuovi investimenti, ma chi si arrischia a farlo? La cosa peggiore è stata quella di illudere la categoria per un possibile rinvio.

La richiesta

«L’attuale maggioranza di governo – ha evidenziato Andrea Giuliani della Confartigianato – aveva promesso l’uscita dalla Bolkenstein evitando di emettere i decreti attuativi della legge Draghi: è stata fatta così la mappatura ed è emerso che i due terzi delle spiagge italiane sono ancora concedibili.

Questo avrebbe rappresentato un punto in più a favore della non applicazione della normativa europea, se nonché la validità della indagine è stata contestata dalla UE secondo cui la mappatura andrebbe fatta zona per zona. A questo punto si attende che il governo, con l’appoggio delle associazioni, chieda un periodo transitorio fino al 2033. Il problema è – precisa Giuliani – che la legge Draghi ora in vigore prevede l’estensione delle concessioni fino alla fine dell’anno in corso, il che ovviamente pone gli attuali concessionari in una situazione di grande incertezza, con il dubbio se continuare a qualificare, come hanno sempre fatto, le spiagge fanesi oppure lasciare le cose come sono».

In realtà il Comune di Fano reputa possibile un rinvio al rinnovo delle concessioni al 2033 in base ad una sentenza della Corte di Cassazione con la quale è stata annullata una sentenza del Consiglio di Stato che aveva invalidato tale rinvio. Si tratta di una decisione basata su un rilievo formale, per questo facilmente revocabile, ma al momento, almeno per quanto riguarda la costa fanese, è alla data del 2033 che si fa riferimento. Questo però non basta a rassicurare i bagnini che di promesse ne hanno ricevute molte, ma non sono ancora riusciti a sottrarsi da quella spada di Damocle che da tempo pende sul loro capo. «Attualmente – ha aggiunto Giuliani – tra i balneari fanesi c’è molto scoramento. Non sono bastate le mareggiate che ogni anno si mangiano metri quadrati di spiaggia, l’epidemia che ha ridotto drasticamente le presenze, la crisi che ha impedito a non pochi cittadini di andare in vacanza, la chiusura della Contessa che ha falciato gli arrivi dall’Umbria, a tutto questo ora si aggiunge questa grande preoccupazione per un’imminente messa a gara delle concessioni. I bagnini sono delusi. La categoria si attendeva di uscire dalla Bolkenstein grazie alla mappatura, ma ora si contesta anche questa».

Le esigenze

Fano d’estate vive di turismo e sebbene abbia più frecce al suo arco, quali un centro storico ricco di monumenti, una serie di eventi di grande attrazione e un rapporto con l’entroterra anch’esso ricchissimo di attrattive, è la spiaggia, il mare, che rappresentano sempre l’attrazione maggiore. Unica consolazione: l’investimento di Regione e Comune sulla protezione della costa a Fano nord che finalmente proteggerà le spiagge dalle mareggiate.

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