Coronavirus, Papa Francesco telefona all'Area Vasta di Pesaro: «Siete stati degli eroi»

Coronavirus, Papa Francesco telefona all'Area Vasta di Pesaro: «Siete stati degli eroi»
Coronavirus, Papa Francesco telefona all'Area Vasta di Pesaro: «Siete stati degli eroi»
di Letizia Francesconi
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Martedì 23 Giugno 2020, 09:58

PESARO -PESARO «Sono Francesco, il Papa. Volevo dirvi, siete degli eroi, perché non vi siete nascosti sotto il letto e siete andati a lottare». La telefonata da un numero sconosciuto arrivata al Dipartimento di Prevenzione-Distretto di Pesaro dell’Area Vasta 1 è proprio quella che non ti aspetti. Emozione e commozione, Papa Francesco a sorprendere. Con parole semplici ha ringraziato operatori e sanitari che hanno combattuto la propria battaglia contro il Coronavirus

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Un giorno che non potrà mai dimenticare Irene Mercuri, assistente sanitaria del Dipartimento, che a fine aprile, nel momento più duro dell’emergenza ha deciso di scrivere una lettera a Papa Francesco chiedendo di pregare per tutti i pazienti e per un giovane paziente speciale, Francesco.
 
A poco più di due mesi di distanza, come non ricordare quel Papa che ha commosso il mondo in una piazza San Pietro vuota, lucida dalla pioggia, il 27 marzo scorso, in un silenzio che univa simbolicamente milioni di preghiere in mondovisione. E oggi il ringraziamento e la benedizione del Papa è arrivato agli operatori del Distretto di Pesaro, che ininterrottamente hanno indagato e combattuto il virus. Così come la preghiera del Papa è arrivata alla famiglia del giovane Francesco 30enne pesarese colpito duramente dal virus. «Quando, abbiamo deciso di spedire quella lettera – raccontano Irene e la direttrice del Distretto, Elisabetta Esposto – i servizi territoriali di prevenzione vivevano un momento molto difficile. C’erano migliaia di tamponi da organizzare a pazienti malati e fra le famiglie in quarantena. Così, nella semplicità di quella lettera abbiamo raccontato al Papa ciò che ospedali e servizi stavano vivendo. Una preghiera e tanta forza per noi, per i nostri malati e anche per quel paziente speciale, che ci ha colpito per la sua giovane età. Questo è stato scritto al Papa». 
La sorpresa
Mancavano pochi minuti alle 16, quando è arrivata la telefonata racconta Irene. «Dopo le prime parole, sono il Papa, colta di sorpresa, ho chiesto: Come faccio a capire che sei davvero il Santo Padre? Ed allora ironicamente ha risposto: chiedimi qualcosa che vuoi sapere in latino e io ti risponderò. Tutte noi ci siamo sciolte in un pianto liberatorio. Ci speravo che prima o poi, ovviamente non potevo sapere quando, arrivasse quella risposta. Con parole semplici ha ringraziato tutti noi, operatori, dottoresse, medici, infermieri e assistenti, ovviamente non solo del Dipartimento territoriale ma il suo abbraccio si è allargato a quanti hanno lottato contro il virus. Più volte, ci ha chiamato eroi, ognuno di noi, indistintamente a prescindere dall’incarico o dal nostro ruolo nella sanità. E allora, forse ingenuamente, mi sono permessa di correggerlo, sì perché non siamo noi gli eroi ma i pazienti che sono guariti e che abbiamo assistito. Sembrava di parlare con un amico o un familiare. E così ho pregato il Santo Padre di chiamare anche la famiglia di Francesco, quel ragazzo che è stato per noi l’esempio che il Covid si può vincere». 
La seconda chiamata
Il Papa ha mantenuto la sua promessa e il telefono ha squillato anche per la mamma di Francesco.

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