Rigopiano, delusione dei familiari delle vittime dopo la sentenza d'Appello: «Ci aspettavamo di più»

I parenti hanno atteso il verdetto esponendo t-shirt commemorative e striscioni

Rigopiano, delusione dei familiari delle vittime dopo la sentenza d'Appello: «Ci aspettavamo di più»
di Stefano Dascoli
3 Minuti di Lettura
Mercoledì 14 Febbraio 2024, 18:32 - Ultimo aggiornamento: 18:33

L’AQUILA - Stavolta non si sono ripetute le scene del 23 febbraio scorso quando, all’interno del Tribunale di Pescara, scoppiò la rabbia dei familiari delle vittime della tragedia di Rigopiano alla lettura della sentenza di primo grado che aveva condannato solo 5 dei 30 imputati. All’Aquila le cose sono andate diversamente: niente rabbia, la consapevolezza di un «passo avanti», ma certamente ancora «delusione» per il verdetto di Appello che ha confermato quelle condanne e ne ha aggiunte tre, tra cui l’ex Prefetto di Pescara Francesco Provolo, l’ex capo di Gabinetto Leonardo Bianco e il tecnico del Comune di Faridola, Enrico Colangeli.

«Tutte le allerte valanga sono state ignorate. Con questa sentenza muore la prevenzione in Italia. Che la facciamo a fare?» ha detto a caldo Egidio Bonifazi, padre di Emanuele, 31enne addetto alla reception dell’hotel Rigopiano, morto il 18 gennaio 2017 nella struttura di Farindola travolta da una valanga. «Ho provato molta confusione.

Non hanno reso giustizia. Sono molto amareggiato perché non sono stati puniti i maggiori responsabili» ha aggiunto Bonifazi.

«Ci aspettavamo di più - ha detto Alessio Feniello, padre di Stefano, il giovane di 28 anni morto, insieme ad altre 28 persone, sotto le macerie dell’hotel - La condanna della Regione e della Provincia. Non penso che sia una cosa normale tirare dentro un tecnico comunale e l’ex prefetto per depistaggio. Andavano condannati altri personaggi. Se oggi avessero preso tutti l’ergastolo a me non cambiava nulla. Potevo guardare la foto di mio figlio e dire ho fatto il mio dovere per darti giustizia».

«Una sentenza che ripaga, seppur in parte, la delusione di quella di primo grado. Certo, non ci sono vincitori né vinti, ma si intravede la luce della verità» ha invece detto Alessandro Di Michelangelo, fratello di Dino. I familiari delle vittime hanno atteso la sentenza esponendo alcune t-shirt con i volti delle vittime e indossando maglie commemorative. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA