Calcagnini, presidente della conferenza dei rettori delle Marche: «Abbiamo 46mila studenti, in un anno 8.256 laureati»

Calcagnini, presidente della conferenza dei rettori delle Marche: «Abbiamo 46mila studenti, in un anno 8.256 laureati»
Calcagnini, presidente della conferenza dei rettori delle Marche: «Abbiamo 46mila studenti, in un anno 8.256 laureati»
di Veronique Angeletti
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Mercoledì 3 Maggio 2023, 02:40 - Ultimo aggiornamento: 4 Maggio, 08:20

ANCONA - L’anno scorso 8.256 studenti si sono laureati nelle Marche. Ed oggi, iscritti alle quattro Alma Mater marchigiane sono 45.854 studenti. Alla Politecnica delle Marche, 15.397; alla Carlo Bo di Urbino, 14.950; all’Università di Macerata 9.450 e all’Unicam, a Camerino, 6.057. Dati più aggiornati rispetto a quelli nel sito del Miur, che avevamo pubblicato lunedì.

«Numeri - interviene Giorgio Calcagnini, rettore a Urbino e Presidente della Crum, della Conferenza dei Rettori delle Marche - che proprio perché sono la fotografia di una realtà importante, dinamica, devono essere precisi.

Motivo per cui abbiamo coinvolto le nostre segreterie per metterli a confronto». 


Luoghi di confronto


Ricorda che i quattro atenei non sono solo deputati alla produzione del sapere ma luoghi che, in alcuni casi da secoli, sono vocati allo studio, al confronto, alla sperimentazione. Sono dei motori di sviluppo in grado di rilevare le sfide, interpretare i cambiamenti e proprio per il loro legame storico, hanno un “engagment” determinante con il territorio. «Ognuna, incalza, rappresenta la storia del suo comprensorio ed è un perno di ecosistemi d’innovazione, un punto di riferimento per le scuole, gli enti, i Comuni, le imprese, le associazioni e le fondazioni. Siamo co-creatori di valori e di relazioni, sempre più coinvolti nelle strategie di crescita dei comprensori di cui facciamo parte integrante. Territori che richiedono approcci diversi e sono gli eredi dei legami che creiamo tra gli studenti e l’ambiente di studio». Le Università sono interlocutori privilegiati per affrontare e analizzare i problemi, identificare le soluzioni. «Siamo dei centri di competenze, degli incubatori che favoriscono le reti con altre università e il mondo produttivo. E lo siamo proprio perché coinvolgiamo i nostri laureandi che, tra studio, pratica, laboratori, entrano in relazioni con docenti, ricercatori, altri studenti. Pronti a cogliere le opportunità offerte dai cambiamenti». 


Un cenno alla concorrenza delle università digitali. «Abbiamo notato che ci sono studenti che si rivolgono a queste realtà. Si parla dell’equivalenza del titolo ma la preparazione è diversa. La conoscenza non è solo nei libri ma essere all’altezza delle grandi sfide odierne. La società chiede giovani laureati competenti con un’ottima formazione tecnica, umanistica, gente che pensa, che sa criticare e lavorare in gruppo». Progettare il futuro in prospettiva interdisciplinare. «Perché - conclude - non siamo “famiglie accademiche” divise ma cerchiamo di lavorare d’intesa ognuna con le nostre specificità, la nostra storia».

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