Tangenti per il bluff dei rifiuti: in manette un imprenditore e la sorella con un ingegnere, un direttore e un funzionario

Tangenti per il bluff dei rifiuti: in manette un imprenditore e la sorella con un ingegnere, un direttore e un funzionario
Tangenti per il bluff dei rifiuti: in manette un imprenditore e la sorella con un ingegnere, un direttore e un funzionario
di Federica Serfilippi
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Sabato 28 Ottobre 2023, 03:15 - Ultimo aggiornamento: 11:24

ANCONA - Da una parte 2mila tonnellate di rifiuti (anche pericolosi) smaltiti in maniera illecita. Dall’altra il pagamento delle tangenti per chiudere un occhio sui conferimenti proibiti e ottenere appalti pubblici in ambito sanitario. Sono le direttrici sui cui si è mossa la maxi indagine, coordinata dalla procura distrettuale antimafia, che ieri mattina ha portato in manette cinque persone. L’imprenditore Danilo Gambini, procuratore della società jesina Nuova Edil System srl, è finito in carcere. La sorella Lory, amministratore unico della ditta, è stata ristretta ai domiciliari. Stessa misura cautelare dei domiciliari per tre appartenenti alla pubblica amministrazione: Sergio Dolciotti, direttore tecnico di Jesi Servizi, Filippo Picchini, ingegnere che collabora con l’Ast di Ancona, e Alessandro Gasparetti, funzionario dell’area tecnica dell’Inrca.  


Le contestazioni


I reati contestati a vario titolo: corruzione, traffico illecito di rifiuti, turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, peculato e truffa ai danni dello Stato.

Le indagini, iniziate nel 2020 per mano dei carabinieri forestali, poi supportati dai finanzieri e dalla Capitaneria di Porto, nella prima fase hanno riguardato gli abbandoni di rifiuti in aree non autorizzate (tra cui un’ex cava, una sponda dell’Esino e le pertinenze di un asilo) e i conferimenti illeciti al Centro Ambiente di Jesi, dove sarebbero passate in poco meno di tre anni più di 1.600 tonnellate di scorie vegetali e da demolizione. Di circa la metà di quel quantitativo si sarebbe fatta carico Jesi Servizi per le spese di trasporto e di smaltimento per una spesa di 24mila euro. Al Centro Ambiente sarebbero finiti, stando all’accusa, anche i rifiuti provenienti dall’ex Cascamificio di Jesi, fabbrica dismessa dove un tempo si lavoravano i tessuti e la cui bonifica era stata appaltata (165mila euro + Iva) alla Nuova Edil System. Un lavoro affidato, dice la procura, con la complicità del custode giudiziario della struttura, indagato a piede libero. L’avvocato - questa la tesi accusatoria - avrebbe fornito alla ditta i dettagli dell’offerta presentata da un’altra società invitata alla gara, consentendo così ai Gambini di predisporre un progetto ad hoc, offrendo anche tempi di consegna più ridotti rispetto alla concorrente (e poi non rispettati). Per il favore, al professionista sarebbero stati scuciti nel dicembre del 2022 5mila euro, soldi però restituiti ai due fratelli. Almeno questo hanno accertato gli investigatori. 


Le tangenti, sempre secondo la ricostruzione accusatoria, sarebbero finite anche nelle mani di Dolciotti. La procura contesta una cifra attorno ai 2mila euro. Secondo gli inquirenti, il funzionario si sarebbe attivato per rinnovare alla Nuova Edil un appalto per il trasporto di rifiuti da demolizione dal Centro Ambiente e per far conferire illegalmente circa 50 tonnellate di scorie provenienti dall’ex Cascamificio. Il peculato viene contestato al funzionario di JesiServizi (in concorso con gli imprenditori) per aver “svenduto” due cassoni carrabili e una gru a ragno alla Nuova Edil. E anche per aver fatto usare agli imprenditori alcuni mezzi di proprietà della Jesi Servizi. 


L’altro capitolo


Capitolo appalti del comparto sanitario, dove sarebbero state elargite mazzette fino ai 2mila euro ai pubblici ufficiali. Le presunte anomalie contestate hanno interessato tanto la fase di affidamento degli incarichi, quanto la successiva fase della materiale esecuzione degli appalti. Per quanto riguarda l’Inrca, sotto la lente degli investigatori sono finiti lavori manutentivi, alcuni dei quali eseguiti all’ospedale di Osimo e in un magazzino del presidio di Ancona. Per gli interventi sarebbero stati gonfiati i costi di manodopera, così da far incassare alla Nuova Edil un profitto pari a 7mila euro. Società che sarebbe stata favorita nelle aggiudicazioni da Gasparetti. In riferimento all’Ast, Picchini - in qualità di Rup - avrebbe ricevuto soldi dai Gambini per aver favorito la Nuova Edil in alcuni appalti, tra cui quello la manutenzione straordinaria del Sert di Jesi (49mila euro). I lavori sarebbero stati eseguiti in maniera approssimativa consentendo alla ditta di risparmiare sui costi dell’intervento. Nelle prossime ore si terranno gli interrogatori di garanzia per chi è stato colpito dalla misura cautelare. Davanti al gip Sonia Piermartini potranno improntare una prima versione difensiva. Ci sono altri indagati, ma a piede libero, la cui posizione è al vaglio della procura. Alla Nuova Edil sono stati sequestrarti 82mila euro. 

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