Per lo sviluppo dei porti progetti da 170 milioni: ad Ancona la quasi totalità delle risorse

Per lo sviluppo dei porti progetti da 170 milioni: ad Ancona la quasi totalità delle risorse
Per lo sviluppo dei porti progetti da 170 milioni: ad Ancona la quasi totalità delle risorse
di Martina Marinangeli
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Lunedì 4 Dicembre 2023, 04:45 - Ultimo aggiornamento: 15:29

ANCONA - La porta d’Oriente delle Marche. Il perno dell’Adriatico centrale. Il porto di Ancona rappresenta uno degli hub fondamentali della logistica regionale e, non a caso, si prende la quota più alta degli stanziamenti previsti per i golfi marchigiani e messi in fila nel Piano delle Infrastrutture deliberato da Palazzo Raffaello. In totale, da qui al 2027, i nostri porti dovranno mettere a terra progetti che valgono 170 milioni di euro, tutti già disponibili. Di questi, ad Ancona ne andranno 106, come era anche prevedibile, data anche la preponderanza rispetto agli scali minori della regione. Ma il tesoretto deriva da una serie di progettualità definite negli anni che sono riuscite ad ottenere le risorse necessarie alla realizzazione e che ora vanno però concretizzate. Spicca su tutti il banchinamento del fronte esterno del Molo Clementino, foriero di una serie infinita di polemiche che hanno mandato in fibrillazione la maggioranza di centrodestra. Nei piani, dovrebbe diventare un terminal crociere (costo: 22 milioni di euro, finanziati dal Mit). 


L’obiettivo


La Msc vorrebbe erigere qui a proprie spese - dopo aver partecipato al bando e in caso di assegnazione - il suo home port in un’area di 7.400 mq per un movimento stimato in 350-400mila croceristi a stagione.

Il progetto è attualmente al vaglio del ministero dell’Ambiente per la Valutazione di impatto ambientale e l’Autorità portuale, guidata da Vincenzo Garofalo, va avanti con l’iter. L’altra maxi opera è il raddoppio della Fincantieri, per la quale l’azienda di Trieste e l’Authority hanno firmato il 13 novembre l’accordo ufficiale. In questo caso, parliamo di 40 milioni di euro stanziati dal Mit, a cui se ne aggiungerebbero altri 40 di Fincantieri. Altri 12 milioni andranno all’approfondimento dei fondali della banchina 26 e delle altre banchine commerciali, mentre 11 sono destinati alla demolizione parziale del Molo Nord. Una ridefinizione del porto dorico da portare a casa entro il 2027, stando alla tabella di marcia della Regione. E questo nonostante lo stato di attuazione dei progetti portuali oscilli tra la fase dell’ipotesi progettuale e quella del progetto di fattibilità tecnico economica. Quindi siamo più o meno alle carte, per capirci. Ad Ancona come nel resto degli scali marchigiani. Ma il traguardo è comunque stato fissato al 2027 e dunque si dovrà correre parecchio per centrarlo. 


Non solo la dorica


Quanto agli altri scali, quello di Pesaro si prende 13,4 milioni di euro del Mit, di cui 11 milioni per la vasca di colmata, stessa opera che entro il 2027 dovrà essere realizzata anche nel golfo di San Benedetto del Tronto per 18 milioni (il porto del sud può contare in tutto su 19 milioni di euro). Tra le voci maxi elencate nel Piano delle infrastrutture e declinate sui porti, ci sono anche i 10 milioni per la realizzazione del molo di soprafflutto come prolungamento del molo est a Civitanova Marche ed i 13 milioni di euro per le nuove opere foranee di difesa per la messa in sicurezza del bacino portuale e il miglioramento dell’imboccatura esistente del porto di Numana. Quanto a Porto San Giorgio, siamo all’ipotesi progettuale per la realizzazione di due nuovi bracci a mare, per il dragaggio della canaletta centrale e della parte a mare e per la realizzazione della vasca di colmata. Per questa finalità dal Poc 2021/2027 sono stati stanziati 8 milioni di euro. Un quadro organico ed economicamente molto rilevante che dovrebbe sviluppare la vocazione naturale delle Marche per la Blue economy. 
 

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