Riccardo Pasqualini (sindaco di Barbara): «Uno tsunami fluviale, eravamo senza luce nè internet»

Il sindaco di Barbara, Riccardo Pasqualini, con i genitori di Mattia Luconi e il figlio di Brunella Chiù
Il sindaco di Barbara, Riccardo Pasqualini, con i genitori di Mattia Luconi e il figlio di Brunella Chiù
di Maria Teresa Bianciardi
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Domenica 17 Settembre 2023, 03:20 - Ultimo aggiornamento: 11:36

Riccardo Pasqualini, sindaco di Barbara: venerdì le celebrazioni per ricordare le 13 vittime dell’alluvione e il commovente momento di incontro davanti l’abitazione di Brunella Chiù, finalmente ritrovata. 
«La grande partecipazione per il primo anniversario di una tragedia immane mi ha riempito il cuore di gioia. Siamo una comunità che nei momenti più difficili riesce a unirsi e a sostenersi».

 
Una comunità che a distanza da un anno continua a evidenziare quello che poi è il fulcro dell’inchiesta, ovvero la mancata comunicazione di quanto stava accadendo.
«Nessuno ci ha detto nulla, ma è anche vero che dopo ore di maltempo, alle 19.45 a Barbara siamo rimasti totalmente isolati. È andata via la luce, anche Internet è saltato mandando in tilt le chat. Io sono uscito dal Comune alle 20 e non potevo immaginare cosa sarebbe accaduto da lì a poco: non era stata diramata nessuna allerta».
Alle 20 dunque pioveva tanto e basta.
«Sì. A quell’ora ero fuori dal Comune ed ho dovuto attendere che Silvia Mereu uscisse dalla farmacia: avevamo le macchine vicine e non potevo muovermi se non spostava la sua. È salita in auto con il piccolo Mattia, ci siamo salutati. Più tardi mi avrebbero chiamato i familiari per chiedermi se l’avevo vista perché ancora non era tornata a casa».
A quel punto la catastrofe si stava già abbattendo su Barbara.
«Verso le 20.45 sono iniziate ad arrivare le prime chiamate dalla zona alluvionata per allertare i soccorsi ed i vigili del fuoco. Mi hanno detto che Simone Bartolucci era attaccato ad un albero mentre la mamma Brunella e la sorella Noemi erano scomparse con l’auto nella piena del fiume. Fino a quel momento non avevamo contezza di quello che si stava abbattendo su di noi».
Soccorsi resi difficilissimi anche dalla mancanza di rete proprio nelle vicinanze del fiume esondato.
«Esattamente. Se andavamo laggiù non potevamo telefonare ai soccorsi ma con il passare dei minuti arrivavano notizie sempre più drammatiche. Verso le 23.45 mi sono mosso e ho raggiunto le zone alluvionate dove ho trascorso tutta la notte. Alle 3.30 è arrivata finalmente la chiamata della sala operativa che comunicava l’arrivo dell’elicottero con il termoscanner per cercare i dispersi. Più tardi, con le prime luci del giorno ci siamo guardati intorno e ci siamo resi conto della devastazione».
In quella notte da incubo è stato contattato dagli altri sindaci?
«Non ho sentito nessuno».
Sindaco, cosa non ha funzionato?
«Questo lo stabilirà la magistratura: hanno detto che un episodio del genere ha un tempo di ritorno di mille anni. Nessuno si aspettava che accadesse, non c’era un’allerta e nessuno è stato avvertito. I piani di emergenza comunale? Non sarebbe servito: quello che è accaduto è stato un vero e proprio tsunami fluviale».
 

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