ANCONA - «Scusi, per Pontida?». L’assessore Castelli abbassa il finestrino del Suv scherzando con il deputato del Carroccio, Mauro Lucentini. Ore 10.30, villa Gens Camuria, a un passo dal casello di Ancona Sud va in onda il raduno della maggioranza: invitati assessori, consiglieri regionali e per l’occasione vengono chiamati anche i sindaci dei comuni più importanti. Primo ad arrivare alle 10 è proprio Lucentini insieme al sindaco di Montegranaro Ubaldi: presenza che dà nell’occhio, all’inizio, quella del deputato, in quanto non invitato in senso stretto.
Poi il mal di pancia («Perché lui sì e noi no?» gira nel tam tam dei whatsapp) si stempera quando a ruota si presentano anche l’onorevole Albano (Fdi) e più tardi il collega leghista Patassini (Lega). Insomma, bene anche così, all’insegna dell’ “abbondiamo” nasce il confronto periodico che il governatore Acquaroli ha voluto per fare squadra.
Stavolta ci sono tutti
Diversamente da Fiastra stavolta ci sono quasi tutti, compresi soprattutto i commissari: unico assente è il sottosegretario forzista Battistoni che delega il neo-vice Donati. La convocazione 10-17 si incastra con gli impegni degli assessori che vanno e vengono. C’è Prisco, terzo ad arrivare alle 10.05 («sono uno svizzero umbro, io, ma alle 14 scappo»), c’è Saccone (Udc), prima di pranzo si unisce Marchetti (Lega). I sindaci ci sono tutti tranne Parcaroli impegnato per il taglio del nastro di Villalba: alle 11 timbrano i top Fioravanti (Ascoli), Olivetti (Senigallia), Ciarapica (Civitanova) e Signorini (Falconara).
La legnata di San Benedetto
Qualcuno, in tema, chiosa sulla legnata presa a San Benedetto, un autogol peggio del rigore sbagliato da Jorginho contro la Svizzera.
La scelta per il porto
Terzo tema: è blindata la scelta del nuovo presidente del porto Garofalo? I più vicini ad Acquaroli fanno l’occhietto, come a dire: stavolta zero problemi. Ma qui si discute di atti, decisioni, nomi e cognomi mentre un mese fa si era ancora nei discernimenti del caso. Altro sta per arrivare, dicono tutti in coro.
L’agenda aperta
«Prima questa regione era dimenticata - dirà Prisco - ora si parla di modello-Marche. Si lavora e si va avanti. Il mio voto alla giunta è positivo». Anche Marchetti è stimolato: «Bene far ascoltare la voce dei sindaci ai legislatori della Regione, sono la nostra prima linea. Sono soddisfatto per un’azione che incide e che vorrei incidesse sempre di più». Donati raccomanda «di portare i risultati ottenuti sul territorio, dare risalto». I fari sono tutti sul piano socio sanitario e sull’assetto che sembra ormai scelto per le aziende sanitarie: via Marche Nord e Asur, cinque aziende provinciali, restano Torrette e Inrca. Non una rivoluzione, anche qui, ma una mediazione tra estremi. In questo si può dire che è già la Regione di Acquaroli