Medici a gettone con stipendi fino a 15mila euro. Saltamartini: «Sono gli ospedali a chiederli»

Medici a gettone con stipendi fino a 15mila euro. Saltamartini: «Sono gli ospedali a chiederli»
Medici a gettone con stipendi fino a 15mila euro. Saltamartini: «Sono gli ospedali a chiederli»
di Andrea Maccarone
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Giovedì 24 Agosto 2023, 07:19 - Ultimo aggiornamento: 15:13

ANCONA - I reparti ospedalieri delle Marche sono in affanno. Manca il personale, e le aziende ricorrono sempre più all’aiuto dei medici a gettone. «Ci troviamo nella necessità di dover comunque garantire i servizi - afferma l’assessore regionale alla Sanità, Filippo Saltamartini -. Sono le aziende ospedaliere stesse a dirci che se non ci sono i gettonisti non riescono ad andare avanti». 

Lo scenario 

L’ultima ricognizione risalente alla fine di febbraio scorso riportava uno scenario già preoccupante: nell’Ast 1 di Pesaro Urbino erano in totale 165 i turni mensili nei rispettivi pronto soccorso affidati a medici a gettone (52 turni mensili a Pesaro), 63 a Urbino e 50 a Fano.

Nell’Ast 2 di Ancona: 6 medici dalle coop private a Senigallia, 5 a Jesi. Ast 3 di Macerata: 5 medici a Camerino, 4 a Macerata e 3 a Civitanova. A Fermo (Ast 4) 4 medici e 5 ad Ascoli Piceno. Fuori dal problema le due maggiori strutture di Ancona: l’ospedale regionale di Torrette e l’Inrca. «Si è fatto ricorso alle coop soprattutto nei pronto soccorso - continua Saltamartini - per varie ragioni, in particolare contingenti, come garantire le ferie al personale». Ma di fatto c’è anche la fuga dei medici dai pronto soccorso per via degli stipendi non adeguati rispetti alla mole di lavoro e ai rischi a cui sono esposti i medici. Tutta una serie di criticità che determinano un’emorragia di personale in fuga verso la svolta economica della professione a gettone: 1.200 euro per un turno da 12 ore, contro i 400euro per i medici strutturati. Addirittura, considerata la retribuzione media di 100euro l’ora, in linea teorica se lavorassero 36 ore settimanali potrebbero arrivare a collezionare stipendi da 15mila euro al mese.

Il tetto di spesa 

«Il problema è che esiste un tetto di spesa per il personale - spiega Saltamartini - più di un tot non possiamo spendere». E qui la particolarità: perché il tetto di spesa non viene, però, violato se si va ad acquistare servizi sul mercato privato, seppure a costi abbondantemente più elevati. «Perciò non potendo assumere, per via del vincolo di spesa - specifica l’assessore alla Sanità - non resta che andare ad acquistare le prestazioni». Altrimenti ci sono anche altre vie da esplorare. Una la Regione l’ha attuata nei pronto soccorso di Macerata e Civitanova, ovvero il “doppio binario” per separare i codici bianchi e verdi da quelli più gravi avvalendosi di specializzandi e sfruttando un incremento della retribuzione oraria per le prestazioni aggiuntive sia per i medici che per gli infermieri: 100 euro l’ora i primi, 50 euro gli altri.
«Dal mio punto di vista ha dato buoni risultati - commenta soddisfatto Saltamartini -, sebbene parliamo di prestazioni aggiuntive. Dunque il personale sanitario che ha scelto di abbracciare la proposta ha lavorato molto di più». Un dato è certo, però. La disparità di trattamento tra gettonisti e non sta creando forti tensioni all’interno dell’ambiente sanitario.

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