ANCONA Una pioggia di risorse che vale il rilancio economico del territorio. Tra Piano nazionale di ripresa e resilienza e Fondi europei Fesr e Fse 2021/2027 stanno arrivando nelle Marche quasi 3 miliardi di euro. Un tesoretto che deve far recuperare posizioni alla nostra regione, scivolata nel gruppo di quelle in transizione a livello europeo.
La retrocessione
La retrocessione che ci ha fatto uscire dall’Olimpo delle regioni più sviluppate si è tradotta in un maggior trasferimento di soldi da Bruxelles nella programmazione 2021/2027; ora l’obiettivo è quello di spenderli bene perché non bastano i finanziamenti se non si muovono su progetti capaci di garantire lo sviluppo.
Con il precedente settennio della programmazione europea non abbiamo brillato particolarmente per capacità di spesa. Le Marche sono fanalino di coda d’Italia, anche per le risorse aggiuntive post sisma del Fesr. Prima che le scosse del 2016 e 2017 sfregiassero i Sibillini, infatti, il plafond del Fesr 2014/2020 per la nostra regione ammontava a 337 milioni di euro. Poi, per contribuire alla ricostruzione dei borghi distrutti ed al rilancio della zona del cratere, l’Ue ha stanziato altri 248 milioni, che sono andati in dotazione alla Regione solo dal 2018. Dunque il deludente risultato ha anche delle attenuanti, ma dimostra anche le difficoltà nel mettere a terra le risorse in arrivo.
La seconda chance
Ora si presenta una seconda chance, con un bottino di tutto rispetto che deve tradursi in progetti concreti. Partiamo dalla dotazione della nuova programmazione europea, che cuba oltre 1 miliardo di euro - 1.036.000.000 euro, per la precisione - tra programmi regionali (882 milioni) e programmi complementari (154 milioni). Il capitolo più corposo è quello del Fesr, il Fondo europeo di sviluppo regionale, che da solo vale 586 milioni di euro (più 104 milioni del fondo complementare) e si muove su tre assi.
Il piano
Ma il tema dei temi riguarda il Pnrr: il pacchetto trasferito nelle Marche ammonta a 1,7 miliardi di euro, da rendere concreti in 4800 progetti. E vengono gestiti da diversi enti, ognuno per la propria parte: pubblica amministrazione, Università o enti di ricerca, scuole, aziende ospedaliere, ordini professionali e Camera di commercio. Nello specifico della Regione, invece, parliamo di un plafond - aggiornato a ieri - pari a 253 milioni di euro per 286 progetti di cui è soggetto attuatore. Di questi, la fetta più grande riguarda la sanità, che si prende da sola il 57% della torta, pari a 198,7 milioni. Oltre 70 milioni sono destinati alle strutture sanitarie (da realizzare o riconvertire): Case e Ospedali della comunità e Cot. Ma solo il 34% dei progetti è nei tempi. Va cambiato subito passo. Perché tutte queste risorse in una sola volta le Marche difficilmente le rivedranno. Vietato sbagliare.