Congresso regionale, nel Pd è subito faida. «Mastrovincenzo, fuga in avanti». «Mangialardi a gamba tesa»

Verso il congresso regionale, nel Pd è subito faida
Verso il congresso regionale, nel Pd è subito faida
di Andrea Taffi
3 Minuti di Lettura
Mercoledì 3 Novembre 2021, 04:05

ANCONA - Una fazione rimprovera la «fuga in avanti». L’altra parla di «intervento a gamba tesa». Se non fosse che di mezzo c’è il posto da segretario regionale del Pd, mutuando gli schemi del calcio e sentendo temi che si avvicinano al fuorigioco e al cartellino rosso, si potrebbe già da ora chiedere la Var. Siamo già alle pre-avvisaglie con tanto di scintille dello scontro tra i papabili Augusto Curti e Antonio Mastrovincenzo annunciato per il grande duello in casa dem del 19 dicembre. E tanto per cambiare si litiga. 

 
C’è dell’aspro

Ma non è il solito litigare mormorato e cifrato del Pd, c’è dell’aspro intorno a piazza Stamira e forse dopo tanto silenzio era anche ora. Alla vostra sinistra prende computer e tastiera il capogruppo Pd in consiglio regionale, Maurizio Mangialardi: «La candidatura di Antonio Mastrovincenzo mi sorprende e mi rammarica. Sicuramente è una fuga in avanti che rischia di vanificare il grande lavoro che da mesi il gruppo dirigente regionale sta portando avanti per trovare un accordo ampio e più unitario possibile sul nome del futuro segretario, nella consapevolezza che per rilanciare il Partito Democratico dopo la sconfitta alle elezioni regionali del 2020 vanno colmate le divisioni interne che ne sono state concausa. Durante un recente incontro a cui abbiamo preso parte insieme, Antonio, che come molti è stato a suo modo protagonista di quella storia di scontri che ha caratterizzato la scorsa legislatura e la vita interna del partito negli ultimi cinque anni, ha condiviso questa esigenza». 


La scelta era pronta
Quindi, secondo Mangialardi sarebbe tutto dovuto andare verso la scelta logica e concordata di Augusto Curti, ex sindaco di Force. Poi c’è spazio anche per qualche stoccatina con l’intento di compattare («la sua candidatura non può essere in questo momento né unica né unitaria, semmai foriera di nuove inutili e dannose divisioni») e un velato richiamo a rimettersi in riga lungo il sentiero costruito fino a questo punto («Confido che la sua esperienza politica possa essere un valore aggiunto nel percorso che ci porterà a individuare il profilo più idoneo»). 


L’auspicio ormai utopico
Segue un auspicio quasi utopico al ritorno del Pd senza correnti che è quasi una contraddizione in termini visto che il micidiale passato ha già partorito nuovi duelli al sole.

Una condanna senza fine. 


La replica in poche righe
Alla vostra destra, la risposta della sponda di Mastrovincenzo è in poche righe del comunicato del “comitato promotore Mastrovincenzo segretario regionale unitario”: dunque, anche dall’altra parte c’è l’auspicio, ugualmente utopico, di far desistere l’altro. Poi si va dritti al nervo che Mastrovincenzo ha provato a scoprire: «Ci rammarichiamo - scrive il comitato - che il capogruppo del Pd in consiglio regionale Mangialardi entri a gamba tesa nel percorso congressuale non avendo rispetto per i tanti che hanno firmato l’appello per la candidatura unitaria di Antonio Mastrovincenzo. Spiace soprattutto la non considerazione della base del partito che si è mobilitata, con sindaci, amministratori locali, segretari di circolo, per una persona autorevole e competente. Moltissime altre adesioni stiamo ricevendo in queste ore da ogni parte della regione». 


Finale con controfrecciata
Chiusura, anche in questo caso, con una controfrecciatina: «Spesso si dice che è necessario ascoltare la base del partito, questa crediamo sia l’occasione giusta per farlo». Ricapitolando: c’è già aria di baruffa e non è sceso in campo ancora nessuno dei due papabili candidati (Fermo permettendo, che minaccia il terzo incomodo). Mancano ancora 18 giorni alla scadenza (20 novembre) per la presentazione delle mozioni ma si stanno già muovendo i blindati (politicamente parlando). A parte questo, tutto bene. 

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