Pasticciaccio Superbonus, i terremotati hanno rischiato il taglio: ma Albano e Castelli dov’erano?

Pasticciaccio Superbonus, i terremotati hanno rischiato il taglio: ma Albano e Castelli dov’erano?
Pasticciaccio Superbonus, i terremotati hanno rischiato il taglio: ma Albano e Castelli dov’erano?
di Martina Marinangeli
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Martedì 2 Aprile 2024, 05:05 - Ultimo aggiornamento: 3 Aprile, 15:38

Essere fisicamente presenti in Parlamento non basta. I deputati e senatori che abbiamo eletto a Roma non sono lì per esibirsi in virtuosismi da pianisti schiaccia-bottoni. Devono essere le antenne del territorio nelle stanze che contano e per assolvere a questo delicato compito prendono compensi con alcuni zeri. Devono battere i pugni sui tavoli e far sentire la voce della regione che rappresentano. Le Marche hanno di recente visto l’esempio plastico di quanto sia importante poter contare su parlamentari svegli e reattivi. E i nostri lo sono stati a scoppio ritardato.

La vicenda

Il caso emblematico è rappresentato dal caos scoppiato sul Superbonus 110% la scorsa settimana.

Nell’impossibilità di far quadrare i conti, il Ministero di Economia e Finanze ha deciso di dare un colpo di spugna urbi et orbi alla tanto odiata misura bandiera del Movimento 5 Stelle. Così in un uggioso martedì di marzo - il 26, per i posteri - i terremotati delle aree del Centro Italia colpite dai sismi del 2009 e del 2016 si trovano depredati del bonus che serve come l’aria per mandare avanti la ricostruzione sui giusti binari (finalmente, si direbbe). Aree che per l’80% ricadono nelle Marche. Un episodio grave che riesce però a tingersi di tragicomico: la nostra regione può contare - almeno in teoria - su una sentinella proprio al Mef, con un ruolo nientepopodimeno che da sottosegretario.

L’inciampo

La figura retorica in questione è la deputata di FdI Lucia Albano. Ciliegina sulla torta: è pure dell’Ascolano, una delle province più colpite dalle scosse di quasi 8 anni fa. Come abbia potuto non avere il minimo sentore di ciò che stava per abbattersi sul nostro territorio dal suo punto di osservazione privilegiato resterà un mistero paragonabile al terzo segreto di Fatima. Mettiamo, però, che sia stato un errore di distrazione, che Albano fosse in altre faccende affaccendata e le sia sfuggito. Avrebbe comunque dovuto poter contare su una rete di protezione non da poco: anche il commissario alla Ricostruzione è marchigiano doc. Anzi, proprio ascolano pure lui: Guido Castelli, senatore FdI. A due sentinelle su due non è suonato alcun campanello d’allarme e una delle fasce di marchigiani che più ha bisogno di far sentire la propria voce a Roma - quella dei terremotati del cratere - ha rischiato di essere travolta dalla scure del Mef di Giorgetti.

Poi quando i buoi erano già fuori dalla stalla, Albano e Castelli hanno lavorato pancia a terra per correggere il tiro. E sono riusciti a centrare l’obiettivo: giovedì 28 il Governo ha fatto marcia indietro ripristinando la deroga al Superbonus per il cratere sismico fino al 2025. Un risultato ottenuto anche grazie a quella famigerata filiera che lega politicamente Ancona a Roma. Il Governo amico non poteva tradire il modello Marche (copyright della premier Meloni). Ma appellarsi alla divina provvidenza non è il giusto modus operandi per un parlamentare. Soprattutto se ha un incarico di rilievo. Onori ed oneri, onorevoli. Non lo dimenticatelo mai: i marchigiani vi osservano. E vi votano, per adesso.

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