ANCONA - A quasi un anno dall'alluvione che ha devastato le Marche nel settembre del 2022, il consigliere regionale del Pd Antonio Mastrovincenzo lancia un pesante atto d'accusa al Governatore Francesco Acquaroli e la premier Giorgia Meloni: «Tante promesse, pochi fatti»
"Il 15 settembre è vicino - spiega Mastrovincenzo - e a quasi un anno dall'alluvione, purtroppo, è evidente lo stato di abbandono in cui versano i territori dell’entroterra anconetano e pesarese colpiti: legna negli alvei di fiumi e torrenti, decine di ponti chiusi, strade inagibili, frane su cui intervenire.
Le attività di ripristino vanno fortemente a rilento a causa della gestione totalmente sbagliata della Giunta Acquaroli: manca un progetto coerente e la somma urgenza è erroneamente tradotta nel lavoro di qualche escavatore nel fiume, tanto che poi in alcuni casi si sono dovuti più volte eseguire interventi nello stesso tratto a seguito delle piene registrate a gennaio, marzo e maggio.
Le risorse stanziate dal Governo per la copertura dei danni, 400 milioni in tre anni a fronte di una stima che va oltre il miliardo, sono davvero poca cosa. E per ora, solo 96 milioni sono arrivati nelle Marche, parte dei quali ancora inutilizzata. Questa è la sensibilità del governo Meloni verso la nostra regione.
Da tempo avanziamo nostre proposte, a partire da un progetto organico di mitigazione del rischio che, ad esempio, già esiste per il fiume Misa: è l'assetto di progetto redatto a seguito dell'alluvione del 2014 che andrebbe ampliato ai territori allora non ricompresi. Le vasche di espansione in fase di progettazione sono inserite in quel documento ed è previsto il loro finanziamento ma non si hanno notizie sulla loro realizzazione. Servono assolutamente interventi strutturali di lungo termine, che riducano drasticamente i rischi. Le somme di denaro utilizzate finora, avrebbero potuto essere spese per un progetto complessivo che limitasse il rischio, dovuto alla maggior velocità del fluire dell'acqua a seguito delle risagomature dell'alveo, per i cittadini di Senigallia e dei centri abitati che si trovano vicino al fiume. E sicuramente parte delle risorse potevano essere utilizzate anche per ripristinare tratti di strada nei Comuni dell'entroterra.
Quale copertura finanziaria dobbiamo attenderci per enti locali, cittadini e imprese, data l'esiguità di risorse stanziate? La Giunta regionale non ha neanche ipotizzato un criterio di riparto. Per ora i Comuni, con difficoltà, stanno erogando le prime somme di ristoro (5.000€ per cittadini e 20.000€ per le attività economiche) che rappresentano un aiuto residuale, nella maggior parte dei casi, rispetto al danno subito. E in questa difficile situazione, andrebbe alimentato un coordinamento costante con i Sindaci che, oltre a non aver potuto beneficiare di assunzioni di personale aggiuntivo, attendono risposte e supporti tecnici-organizzativi che invece non ci sono.
Infine, per quanto riguarda il sistema di allerta, in Emilia Romagna in via sperimentale è stato adottato l' IT-Alert, per avvisare immediatamente i cittadini in caso di gravi emergenze o catastrofi imminenti, inviando messaggi ai telefoni cellulari presenti in una determinata area geografica.