Marche, sanità e appalti sospetti
Verso provvedimenti della Regione

Piero Ciccarelli
Piero Ciccarelli
3 Minuti di Lettura
Sabato 23 Aprile 2016, 05:42 - Ultimo aggiornamento: 24 Aprile, 17:29
ANCONA - Dimissioni anticipate per Piero Ciccarelli, attuale direttore del Servizio Regionale Sanità, e sospensione degli altri dirigenti coinvolti nell'inchiesta della Procura di Ancona su presunti appalti Asur pilotati. Potrebbero essere le prime ricadute sulla sanità marchigiana della bufera giudiziaria causata dall'indagine della Procura di Ancona culminata in 20 perquisizioni a carico di 9 indagati.

Il presidente Luca Ceriscioli ha dato mandato al segretario generale di compiere gli «atti di cautela» e il 26 aprile riferirà lui stesso in Consiglio regionale. Intanto i pm Andrea Laurino e Ruggiero Dicuonzo stanno vagliando il materiale raccolto e depositato dalla Guardia di Finanza: informative e relazioni sulle perquisizioni eseguite ma anche intercettazioni telefoniche che avrebbero fornito molti spunti agli inquirenti per le conversazioni 'sospettè intercorse tra gli indagati.

L'accusa ritiene che ci fosse un'associazione per delinquere che agiva per far ottenere e gestire una serie di appalti alla società Medilife spa di Roma che nel 2009 si aggiudicò l'appalto quinquennale da 12,5 milioni di euro per il Centro unificato servizi Asur a Fabriano. In questa cerchia, la Procura inserisce Ciccarelli, ex dg Asur, Alberto Carelli, ex direttore amministrativo dell'ente, e Massimiliano Picardi, presidente della Medilife.

L'ipotesi che fa da sfondo alla contestazione di vari reati - abuso d'ufficio, truffa, dalla frode, violazione delle norme sul finanziamento dei partiti - è che l'azienda abbia brigato per captare le benevolenze di alti dirigenti in materia appalti, in cambio di vantaggi personali. Accuse tutte da dimostrare nell'inchiesta in fase preliminare.

E tra le contestazioni sono finiti anche presunti contributi 'ombra' alle campagne elettorali dell'ex presidente Spacca (21 mila volantini) e di Ceriscioli (18.300 euro per stampa volantini da una tipografia controllata da Medilife). La Medilife, ha scritto Ceriscioli su Fb, «non svolge più nessuna attività per la Regione da settembre. Ho piena fiducia nel lavoro della magistratura e spero che tutte le posizioni vengano chiarite al più presto».

Il contributo, ha spiegato Antonello Delle Noci, assessore a Pesaro e indagato come referente della segreteria di Ceriscioli per le elezioni regionali, «è stato regolarmente erogato secondo quanto previsto dalla legge» ed «è stato iscritto nella rendicontazione del Pd regionale, depositato presso gli organi competenti, così come iscritto nella contabilità della società erogante».

Da parte sua anche Picardi, mediante l'avv. Giandomenico Caiazza, rispedisce le accuse al mittente e annuncia ricorso al Riesame contro il sequestro dei documenti: nessuna irregolarità. Sul presunto 'sovradimensionamento' dell'appalto, precisa, vi furono due rinegoziazioni, a causa di spending review, per abbassarne il valore visto che servivano meno stampe. Ritiene «sorprendente» l'iniziativa dei pm ed è pronto a dimostrare l'infondatezza degli addebiti.

«Siamo amareggiati - ammette l'avv. Caiazza -, la Medilife ha vinto giustamente l'appalto per il Centro servizi unificato» davanti a colossi come Telecom e Xerox che «non hanno avuto nulla da ridire su questo risultato». L'azienda «è il meglio sul mercato in questi servizi, li fornisce da 15 anni a varie Asl del Lazio: l'appalto ha determinato un grande risparmio». Non c'era nessun autista a disposizione di Ciccarelli, asserisce il legale, la ditta aveva una persona che garantiva «un collegamento tra il centro stampa e uffici, sono 70 km. Se poi si è fatto un uso 'promiscuo' delle persone, chiedete a Ciccarelli». E sulla 'vacanza' di Carelli (che già aveva lasciato la funzione) a casa di Picardi a Ponza - dice il legale - il manager ospitò una persona con la quale negli anni di collaborazione era nato un rapporto personale.
© RIPRODUZIONE RISERVATA