In aula
Per capire a che punto siamo, oggi in Consiglio regionale verrà presentato il Rapporto sullo stato di attuazione delle politiche comunitarie. Appuntamento annuale che porta in aula una sorta di rendiconto sui vari canali di finanziamento, con relazione di maggioranza affidata al consigliere di FdI Andrea Putzu - membro del Comitato delle regioni a Bruxelles - e quella di minoranza alla dem Manuela Bora, che da assessora della giunta Ceriscioli si è occupata proprio dei fondi europei. Partiamo dalla programmazione 2014/2020, che con il meccanismo N+3 deve chiudersi proprio a fine 2023. La parte più corposa, come sempre accade, è quella del Fesr, ossia il Fondo europeo di sviluppo regionale, quello chiamato a compensare i divari tra i territori.
A fronte di una dotazione totale del programma pari a 580 milioni di euro, la spesa certificata al 31 agosto 2023 ammontava a 349,9 milioni, i pagamenti ai beneficiari sono arrivati a 349,8 milioni di euro e i finanziamenti concessi a 561,2 milioni.
L’aiuto
Per la gestione della partita dei fondi europei - su cui le Marche non hanno sempre brillato, per usare un eufemismo - è stata incaricata la Svem, partecipata della Regione, che avrà il compito di monitorare il corretto andamento dell’iter, dall’erogazione alla messa a terra dei fondi. Non solo per quanto riguarda il Fesr, ma anche per gli altri macro gruppi di finanziamento, come il fondo Fse plus, che per quanto riguarda la programmazione 2021/2027 può contare su una dotazione da 296 milioni di euro, di cui 43,6 milioni ad oggi impegnati. Vietato sbagliare.