Fermo pesca a due tempi: Ancona
dal 29 luglio, San Benedetto da Ferragosto

Fermo pesca a due tempi: Ancona dal 29 luglio, San Benedetto da Ferragosto
di Emidio Lattanzi
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Venerdì 26 Luglio 2019, 11:50 - Ultimo aggiornamento: 12:33

ANCONA - Fermo pesca, inizia il conto alla rovescia. Da lunedì si fermeranno le barche nel Nord delle Marche mentre, a metà agosto, tra poco più di due settimane, lo stop sarà esteso a tutto il resto della Regione.

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Precisamente la zona di Pesaro, Fano e Ancona si fermerà dal 29 luglio al 27 agosto mentre quella tra San Benedetto e Termoli vedrà le barche spegnere i motori il 15 agosto e non poterli riaccendere prima del 13 settembre. Ancora una volta in anticipo rispetto alla costa tirrenica che vedrà lo stop entrare in vigore soltanto tra settembre e ottobre.
 
Le incognite sono tante, ma quest’anno si parte senza polemiche. «Il fermo pesca è un periodo di riposo biologico che ha un effetto positivo sul mare», dichiara Simone Cecchettini, responsabile di Lega Pesca Marche. Ma come, e tutti questi anni di polemiche sullo stop programmato? «Perché fa riferimento al periodo riproduttivo solo di alcune specie di pesci e non di altri - spiega - ma è una soluzione per la fauna marina». La richiesta mossa al Governo da parte di molte associazioni è sempre stata quella di modificare il fermo pesca in modo da renderlo più efficace e rispettoso dei periodi riproduttivi delle diverse specie ittiche modulando nei diversi periodi dell’anno e non più solo in estate. E quest’anno il decreto riporta una serie di clausole, aggiunte allegate al provvedimento che ha stabilito le tempistiche con largo anticipo. 
Le clausole
Il provvedimento parla infatti, sia per quanto riguarda il Nord che il Sud delle Marche, di ulteriori dieci giorni «di arresto temporaneo obbligatorio» che saranno stabilite a scelta dell’armatore. E su quest’ultimo particolare numerose sono le incognite anche perché viene specificato che le giornata di condizioni meteomarine avverse non potranno rientrare in quei dieci giorni. «Occorre - spiega il presidente dell’associazione “Nati in Adriatico” Pietro Ricci - capire cosa si intende per condizioni meteomarine avverse. Di certo, nei prossimi giorni, chiederemo un incontro in Capitaneria per avere i dettagli». La particolare direttiva del Ministero tende ad evitare che qualcuno possa fare il furbetto utilizzando un giorno nel quale sarebbe stata impossibile l’uscita in mare come giornata di fermo pesca. Ma l’inghippo sta proprio qui perché ci sono barche che, anche di fronte ad avvisi di burrasca, prendono ugualmente il largo. Nei prossimi giorni ad ogni modo dovrebbero arrivare delucidazioni in merito da parte della Capitaneria. Ma, come era capitato già negli anni precedenti, le restrizioni non si limiteranno soltanto ai giorni di fermo pesca ma anche alle settimane successive.
Gli stop 
Per quanto riguarda la maggiore porzione di costa marchigiana, vale a dire quella che interessa i porti di Ancona, Civitanova, Porto San Giorgio e San Benedetto (ma anche quelli del vicino Abruzzo) , nel periodo che va dalla ripresa delle attività, cioè dal 16 settembre, fino a tutto il 24 novembre, le barche non potranno uscire per due giorni la settimana. Uno è, per tutti, il venerdì mentre l’altro deve essere scelto, e comunicato, dall’armatore. «Può anche essere effettuato – spiegano dal Ministero – per un ammontare totale non superiore a 60 ore, distribuite in quattro giornate su base settimanale previa comunicazione all’Autorità marittima dei porti di base logistica». La Regione Marche, infine, potrebbe anche decidere di deliberare ulteriori periodi di fermo pesca «laddove esistano esigenze biologiche».
Gli indennizzi
Il tutto in un clima di profondo malcontento legato a contributi sempre minori, per quanto riguarda la copertura del fermo pesca, e ad arretrati per circa due anni che alcune imbarcazioni stanno ancora aspettando.

Spiega Simone Cecchettini, responsabile Lega Pesca Marche: «Ancora stiamo aspettando i contributi del 2017 e 2018, un’indennità che tra armatori e imbarcati si aggira attorno a un milione e mezzo di euro». Come è ormai consuetudine le uniche barche che non si fermeranno saranno le lampare che praticano la pesca al pesce azzurro che opteranno per modi e tempi diversi di sospensione dell’attività e che, nei giorni in cui tutti i loro colleghi saranno fermi, potranno uscire a pescare.

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