La vittoria del centrodestra nelle Marche è netta e indiscutibile. Dalle Politiche 2022 esce un risultato monstre: cappotto nei collegi uninominali di Camera e Senato, quattro eletti su nove posti in palio nei plurinominali. Una sentenza senza appello per tutti gli altri. Il fortino un tempo rosso, poi diventato giallo pentastellato, consolida la virata a destra iniziata con le Regionali 2020 e dà forza al governo Acquaroli che supera a pieni voti il passaggio elettorale di midterm.
Non solo: le Marche in qualche modo hanno anticipato la tendenza nazionale confermandosi una sorta di laboratorio politico promosso dalla stessa Giorgia Meloni che aveva, non a caso, aperto la sua campagna elettorale trionfante sul palco di piazza Roma ad Ancona.
I partiti
Straripante Fratelli d’Italia che nelle Marche sfiora il 30%, oltre sei volte tanto quel 4,86% preso nel 2018, migliora di più di tre punti la già brillantissima performance nazionale di ieri e prende il quadruplo della Lega.
Il centrosinistra
Sull’altro fronte, il Pd non dà segni di ripresa, inchiodato al 20,37%, leggermente meglio della percentuale nazionale ma lontano dai numeri che garantiscono la serenità in vista delle prossime scadenze elettorali amministrative. La pattuglia degli eletti resta un terzetto come nel 2018: stavolta la spuntano la maceratese Irene Manzi, l’ascolano Augusto Curti e il commissario regionale Alberto Losacco, brindisino. Praticamente due soli marchigiani di centrosinistra a Roma, una debacle per una regione abituata a ben altre colorazioni politiche. Per la prima volta nella storia la roccaforte del Pd - Pesaro - non avrà parlamentari di centrosinistra. Zero. Anche su questo aspetto si aprirà di sicuro una resa dei conti senza esclusione di colpi. «Sulla catastrofe del Pd e del centrosinistra ne parleremo diffusamente», ha postato ieri Alessia Morani, preannunciando l’analisi politica che si aprirà anche nelle Marche. Il Movimento 5 Stelle crolla rispetto al 2018, l’anno del boom, fermandosi al 13,59%, ma riesce almeno a portare a Roma due parlamentari (Fede e Cataldi). Il polo Azione-Italia Viva galleggia sul 7%, né più né meno del resto d’Italia. Un’ultima annotazione: al di là di tutte le analisi in politichese, va sottolineato che in regione il primo vero partito uscito dalle Politiche è quello degli astenuti: il 31,61% dei marchigiani non si è recato alle urne. Il peggior risultato di sempre per le elezioni del Parlamento. Chi si candiderà alle prossime tornate elettorali dovrà necessariamente ripartire da qui: da chi non è andato a votare perché sfiduciato, disilluso, demoralizzato dalla politica. C’è tempo? No. La prima chiamata è dietro l’angolo, in primavera. Si vota per il comune di Ancona. E lì si giocano molto tutti: il centrosinistra a caccia di una rimonta, il centrodestra che punta su un altro storico ribaltone.