Caso Savoia, Ciccioli: «I nostri giovani sono più deboli anche per nostra responsabilità, aiutiamoli ad affrontare i problemi»

Caso Savoia, Ciccioli: «I nostri giovani sono più deboli anche per nostra responsabilità, aiutiamoli ad affrontare i problemi»
Caso Savoia, Ciccioli: «I nostri giovani sono più deboli anche per nostra responsabilità, aiutiamoli ad affrontare i problemi»
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Lunedì 19 Febbraio 2024, 17:55

ANCONA Su quanto avvenuto al Liceo Savoia di Ancona si è espresso anche lo psichiatra anconetano Carlo Ciccioli: «Mi ha molto colpito quanto accaduto al liceo scientifico Savoia di Ancona che ha visto un 14enne lanciarsi dalla finestra del terzo piano. Fortunatamente le sue condizioni sono in miglioramento ed è certamente l’aspetto più importante, fondamentale. L’indagine sociologica nazionale “Adolescenza, tra speranze e timori”, realizzata da Laboratorio Adolescenza insieme a Istituto Iard e presentati nell’autunno del 2022, ha coinvolto oltre 5.700 studenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado, campione rappresentativo degli adolescenti italiani tra 13 e19 anni. Il 40% riferisce frequenti e immotivati sbalzi di umore, una percentuale ancora superiore dichiara di essere, spesso o qualche volta agitato, particolarmente ansioso o impaurito al punto di avere la percezione di non riuscire a respirare. I tassi i aumentano passando dalle scuole medie a quelle superiori, a maggior danno delle ragazze che riportano sensazioni e forme di disagio in oltre l’80% dei casi».

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Il dettaglio dei numeri

Proseguendo nella disamina: «Inoltre, 44% di adolescenti (57% di ragazze) afferma l’aumento di tristezza, ansia e sbalzi di umore con la pandemia, nel 15% dei casi più altalenanti rispetto al passato. Quasi il 40% conosce un coetaneo che pratica l’autolesionismo, più diffuso tra le ragazze; l’80% ha amici che più o meno frequentemente si ubriacano; il 13% dei centri ambulatoriali per la cura dei disturbi dell'alimentazione si occupa solo di minori. Fin qui, l’indagine. Dal mio punto di vista di medico-psichiatra, negli ultimi anni, anche per colpa del Covid e dell’isolamento, si è incentivato un utilizzo smodato di internet, vivendo una realtà virtuale spesso completamente alienante.

Uno dei risultati maggiori è stato il forte aumento degli attacchi di panico, gli atti autolesionismo, i disturbi alimentari, la formazione di bande dove identificarsi e trovare rifugio utilizzando la violenza di gruppo o il vandalismo come via primaria di espressione del proprio malessere. Tutto ciò a cosa è dovuto? A molteplici fattori che mettono a rischio la sana socialità delle nostre giovani generazioni. La scuola ha abdicato al suo ruolo educativo, perseguendo solo il ruolo nozionistico. Con la crisi che anche l’istituzione della famiglia sta attraversando, gli adolescenti non hanno quei punti di riferimento di cui le altre generazioni hanno potuto beneficiare. Vivono, al contrario, cercando di stare sotto traccia, schiacciati dal peso del “massimo” al quale devono essere aderenti e possibilmente senza “disturbare”. Nel corso della mia esperienza da psichiatra ho ascoltato di famiglie che, all’improvviso si sono trovate di fronte a cambiamenti radicali della personalità dei propri figli: scatti di rabbia, reazioni violente non provocate, uso di sostanze per anestetizzarsi, soprattutto cannabis ed alcool. Il nostro tempo è caratterizzato da accelerazione e superficialità senza alcuna riflessione, i ragazzini diventano emancipati prestissimo, hanno accesso a tecnologie e potenzialità superiori alla loro maturazione e alla loro capacità critica. Gli unici formatori sono i loro pari e la giungla della rete. È un’esposizione pericolosa, senza esperienza, senza preparazione sufficiente, protezione e, soprattutto, senza considerare l’estrema debolezza dei nostri giovani della quale abbiamo comunque delle responsabilità nell’evitargli ogni difficoltà. Aver approvato la Legge regionale sulla psicologia scolastica è un fatto importante che, mi auguro, possa essere sempre più rafforzato e implementato». 

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